La gestione della sicurezza comune nell’Unione Europea

a cura di Flavia Fusconi

La sicurezza comune ricopre un ruolo di estrema importanzanella politica dell’Unione Europea, la quale ha sempre mantenuto alta l’attenzione per l’elaborazione di strategie finalizzate alla costituzione edal rafforzamento del clima di pace internazionale.Tra gli organi europei atti a perseguire tale obiettivo, l’Unione si avvale del lavoro dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari internazionali e la sicurezza comune, il cui ambito di interesse comprende la lotta al terrorismo, alla proliferazione delle armi nucleari, i conflitti religiosi, la criminalità organizzata. Come ha riconosciuto il Consiglio dell’Unione Europea nell’atto, firmato a Bruxelles, del 12 e 13 dicembre del 2003(aggiornato nel 2008),l’istituzione europeistica riconosce gli sforzi gli Stati Membri per migliorare le proprie politiche in materia dipubblica amministrazione, sistema giudiziario, lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione e richiede un’intensificazione degli sforzi da parte degli stessi per concretizzare gli impegni assunti in materia di sicurezza comune al fine di garantire un’Europa sicura. La maggior libertà di circolazione dei cittadini europei, estesasi al di fuori delle frontiere dell’Unione Europea, rappresenta per i cittadini europeinuove prospettive, ma anche nuovi rischi per la sicurezza (Consiglio dell’Unione Europeo 8 marzo 2010).Di recente l’Unione Europea ha focalizzato cinque obiettivi da raggiungere, al fine di rendere più sicurol’ambiente europeo; un primo obiettivo è lo smantellamento delle reti finanziare per poter rimuovere alla radice la criminalità organizzate, grazie anche al lavoro della Commissione che ha elaborato una strategia per la raccolta e l’utilizzo di informazioni da parte delle autorità di polizia e delle autorità giudiziarie, un incremento del  numero di operazioni congiunte e di squadre investigative comuni e migliorato l’attuazione del mandato d’arresto. Un secondo obiettivo è quello di prevenire ogni forma di terrorismo, tema che a seguito dei tragici avvenimenti dell’11 settembre è diventato uno dei più discussi anche dall’UE, la quale ha dovuto dotarsi di strumenti coerenti per combattere lo sviluppo delle organizzazioni terroristiche. Proseguendo nell’analisi dell’atto incontriamo l’impegno dell’UE volto ad aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio,rafforzare la sicurezza attraverso la gestione delle frontiere, gestendo in maniera più risolutiva temi come l’immigrazionee aumentare la resistenza dell’Europa alle crisi e alle calamità. Questi scopi sono realizzabili solo riconoscendo un potere (dovere) d’azione agli Stati Membri coordinati da principi elaborati dalla Commissione dell’Unione Europea. La Commissione,nella comunicazione del 2.6.2005 dalla Commissione al Consiglio e il Parlamento dell’Unione Europea, ha presentato il c.d. “approccio amministrativo”, che può essere meglio descritto come una combinazione di strumenti a livello amministrativo per prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata  nel settore pubblico, nell’economia o parti fondamentali della pubblica amministrazione. La prevenzione dell’infiltrazione è importante quanto la lotta alla criminalità organizzata con gli strumenti del sistema di giustizia penale.Invece, a livello globale, l’Unione Europea ha sottolineato l’importanza di reprimere minacce alla sicurezza in tempi rapidi prima che queste dilaghino ulteriormente, riconoscendo cheOrganizzazioni terroristiche, come Al Quaeda e Is, possiedono una capacità di minacciare  la stabilità socio-politica degli Stati e di distruggere vite insieme alle libertà fondamentali e i diritti umani. Gli Stati Membri devono isolare gli atteggiamenti che possono essere ricondotti alle fattispecie suddette e successivamente inibire comportamenti criminosi o terroristici (come l’addestramento a fini terroristici, o la pubblica istigazione a commettere atti terroristici), attraverso sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. Tuttavia la Commissione ha sottolineato come l’arma vincente nella tutela alla sicurezza sia la prevenzione. La Commissione, negli anni si è fatta protagonista, o spesso coprotagonista, assieme agli Stati Membridi operazioni internazionali per reprimere eventipericolose, spesso in collaborazione con Organizzazioni internazionali ( esempio emblematico è la viva collaborazione tra UE e l’ONU) o Stati Terzi ; un  esempio è il programma di controllo delle transazioni finanziare dei Terroristi, in collaborazione con Usa, firmato nel 2001 e rinnovato nel 2010, che ha contribuito a individuare trame terroristiche e rintracciare i loro autori. Accordo UE-USA sullo scambio di informazioni finanziarie assicura la tutela della privacy dei cittadini europei e dà le autorità di contrasto degli Stati Uniti e dell’Unione europea un potente strumento nella lotta contro il terrorismo.

Il ruolo dell’Italia

L’Italia attualmenteè più partecipe che mai alla gestione della sicurezza comune grazie alla nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante. Uno dei primi incarichi della Mogherini, come Alto Rappresentante della politica estera e sicurezza comune, è stato affrontato in questi giorni a New York con Tony Blair riguardoallo storico conflitto traisraeliani e palestinesi. Secondo la Mogherinil’Unione europea deve avere un ruolo politico” nella mediazione tra le due fazioni che alimenta il processo di pace e sicurezza e rivendica per l’Europa la possibilità di incidere maggiormente sul futuro del Medio Oriente. Il fine ultimo deve essere la costituzione di “un governo di coesione, di unità palestinese”, “questa – ha spiegato Mogherini – può essere la chiave” per lo sviluppo concreto della pace in questa terra.Da queste breve analisi della figura del nostro Ministro degli Affari Esteri , l’Italia si dimostra ancora una volta “ autore”  di significative azioni improntate alla salvaguardia di noi tutti e dei nostri diritti.

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