I DS sono morti. Lunga vita alla DC all’americana!

a cura di Antonio Di Ciommo –

Da ex PCI a nuova DC: così anche la sinistra è dovuta arrendersi alle logiche di governo imposte dalla Costituzione.

“Che ipocriti!”, “inciucio!”, “compravendita di Parlamentari!”, “ladri!”, “corrotti!”, “evasori!”. Quante ancora ne dobbiamo sentire? Sentiamo gridare “A ladro! A ladro!” da quando Tangentopoli è scoppiata, e, come avviene nella favola del pastore che gridava “A lupo! A lupo!”, i cittadini non reagiscono più. In tempi non sospetti, una lista come la “Lista Falciani” avrebbe provocato un lancio di monetine, una sommossa, un “Di Pietro presidente!”; oggi, purtroppo, neanche quello, neanche un flebile lamento, nulla, silenzio e notizie asettiche e irritanti dal tg. La gente si è assuefatta a queste cose, e, per questo si astiene. Come diceva Corrado Guzzanti, quando in imitava Tremonti: “basta un po’ su di caldo, un po’ giù di frveddo e le cveatuve tvopicali si estinguono, mentve il sovcio o il bacavozzo, bacavv…ozzo, povca puttana, bacavozzo sono abituati a sgvazzare nella mevda, sono più fovti, pensavamo di esseve indietrvo e invece eravamo avanti, ma lo dico senza alcun campanilismo” (“Recital”, 2010). Questo, chiaramente, calza a pennello alla situazione attuale: non vediamo nessuna reazione, nel bene o nel male vediamo che nessun italiano si sta indignando o plaudendo agli evasori; assuefazione più totale. Ancora di più astensionismo. Quel che è peggio è che in questa situazione, sempre meno cittadini scelgono gli eletti, eletti che sono e saranno espressione di una minoranza, ancora di più i partiti diventano autoreferenziali, ancora di più saranno irresponsabili di qualsiasi azione che porteranno avanti.

La nostra Costituzione nasce con vocazione proporzionalista; già con la legge elettorale del 1953, detta “legge truffa” (che assegnava un premio di maggioranza del 60% dei seggi a chi raggiungesse la soglia del 50% dei voti validi), si volle incontrare questa discrepanza tra forma di stato vigente , cioè parlamentare pura (quindi vocata al proporzionalismo) e quella sancita dalla legge elettorale che aveva tendenze presidenzialistiche. Tutto ciò, però, si realizzò davvero nel 1993, quando fu varato il “Mattarellum”, il quale rimase in vigore fino al 2006 e diede a Berlusconi l’opportunità di introdurre, insieme alla famosa “personalizzazione del partito” una figura tanto nobile quanto innaturale nel nostro ordinamento come il Presidente del Consiglio eletto che diede vita ai proverbiali contrasti con Scalfaro che, giustamente, alla figura del Presidente eletto opponeva quella unica consentita e legittima del Presidente nominato dal Capo di Stato in base agli orientamenti dei gruppi parlamentari. Ovviamente Berlusconi, di questa figura, ne ha fatto un cavallo di battaglia spesso bloccando la naturale vita delle istituzioni ed ora se ne serve per cercare di far venire meno il consenso elettorale a Renzi, il cui governo sta compiendo storture ancora peggiori di quelle create prima da Berlusconi: in primis la decretazione d’urgenza, non proprio urgente visto che passano decine di giorni tra la loro approvazione in CdM e la loro emanazione, in violazione dell’art. 77 della Costituzione, le Province svuotate di qualsiasi potere senza passare, come si richiederebbe, per una riforma organica e costituzionale degli ordinamenti locali che le abolisca del tutto, come imporrebbe di fare anche la sentenza n. 220/2013 C.Cost., l’abolizione del bicameralismo perfetto visto solo in un ottica di tagli alla spesa e al numero dei parlamentari senza, invece, definire le competenze del nuovo Senato della Repubblica e togliendo i requisiti elettivi ai membri futuri, il sistema elettorale “Italicum” che tanto italico non è, visto che risulta un ibrido fra il sistema francese con l’introduzione del doppio turno, proprio, però, di un sistema semipresidenziale, e il “Mattarellum”, proprio di un sistema presidenziale puro. Insomma, se un anno fa il motto era “Cambia Verso”, oggi è diventato “Di tutto un po’!”, sia per quanto riguarda i provvedimenti e le riforme promosse da Renzi, sia per quanto riguarda il gruppo parlamentare del PD che adesso è ancora più caleidoscopico di quanto non lo fosse prima.

Un tempo avevamo anche noi la Troika: c’era il segretario della DC, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica, un walzer che faceva sempre sì che i governi, anche se brevi, governassero, il Parlamento legiferasse (e facesse delle riforme che legittimamente gli spettavano, prima fra tutte quella costituzionale, oggi, invece, affidata al Ministero – senza portafoglio – per le Riforme Costituzionali della Boschi) e il partito facesse politica, più o meno limpidamente. Oggi, invece? Oggi abbiamo Renzi che, innaturalmente, si comporta sia da capo del Governo sia da capo del PD, e, forse, se ci fosse stata la possibilità di assumere anche il ruolo di Capo di Stato, lo avrebbe fatto, facendo diventare l’Italia una repubblica presidenziale sul modello americano, in cui il presidente può permettersi di promuovere riforme, anche costituzionali (da noi un lusso fino ad un decennio fa), di fare il Capo del Governo, il Capo “de facto” di Stato e il capo del proprio partito. Ben inteso, questo non vuol dire che in Italia questo non sia possibile o improbabile, ma è illegittimo, politicamente e moralmente, che il Presidente del Consiglio si permetta di creare così tante storture e ferite all’interno dell’arco costituzionale, citando il mitico segretario della DC, Ciriaco De Mita, e Renzi, prima o poi, dovrà capire che tutto quello che sta facendo sta sempre di più allontanando i cittadini dal loro ruolo costituzionale, non facendo nulla per riportarli a quel ruolo e ponendo le basi per una futura e prossima rivolta anti-tangentisti, come fu nel ’93 davanti all’Hotel Raphael di Roma. Se, poi, il governo e Renzi si comporteranno ancora in questa maniera, mostreranno la vera faccia, ipocritamente nascosta, del PD e confermerà, ahimè, la tesi di Grillo “PD = PDL – L” e sarà destinato a non fare nulla di diverso rispetto da quello che ha fatto in ventuno anni Berlusconi, al Governo e al suo partito; gli ultimi avvenimenti non fanno altro che confermare tutto ciò.

Ps. Odio dare ragione a Grillo!

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