Io non so nulla

A cura di Angela Rizzica –

Non posso occuparmi delle tattiche politiche o meglio non voglio, perché lo lascio fare a chi più di me se ne intende. Non posso occuparmi della fondatezza o dell’infondatezza del pensiero religioso che sembra esserci alla base di questo gesto, o meglio non voglio: lo farà chi ne sa più di me. Non posso occuparmi delle strategie belliche, o meglio non voglio: lascio spazio ai Signori della Guerra. Allora di cosa posso parlare? Non so nulla. E’ proprio questo il punto: io non so nulla. Non so che odore ha la polvere da sparo. Non so cosa si provi a sentirsi in trappola nella città che ami, che ti ha visto crescere, che è stata testimone dei tuoi più grandi traguardi e delle tue più dolorose sconfitte. Non posso neanche immaginare cosa si senta a vederti scorrere la vita davanti, seduta ad un ristorante, intenta a chiacchierare del più e del meno. Cosa si saranno domandate quelle persone in quell’ultimo, cadenzato, lento, spasmodico istante di vita? Magari si saranno pentiti di non aver dato un bacio prima di uscire alla mamma che li aveva fatti arrabbiare; o forse avranno pensato alla fidanzata che, per andare a dormire tranquilla, aspettava un loro messaggio appena rientrati. Credo che nell’ultimo vagito della vita si possano fare i pensieri più strani, passando dal domandarsi cosa accadrà della presentazione che dovevi fare in aula il giorno dopo, all’eterno dilemma dell’aver chiuso la porta di casa o meno. Magari prima di morire qualcuno si è preoccupato di chi era lontano, maledicendo il cielo per il fatto che sarebbe venuto a sapere della sua morte dalla televisione. O magari no, non lo so. La cosa inaccettabile è che non so neanche che odore abbia la morte. Secondo voi ha un odore? Per me dipende molto da persona a persona. Per alcuni ha la familiare fragranza del bucato delle lenzuola, per altri l’odore dei farmaci chemioterapici, ancora per alcuni il tanfo delle gomme sull’asfalto. Secondo me per quelli che erano dentro al Bataclan sapeva del legno del palco. Sapete l’odore dei teatri, quelli vecchi soprattutto, che ha quel misto di pioppo e del tessuto sdrucito dei sedili? Esatto proprio quello. Per alcuni forse ha avuto l’odore del pavimento, perché sono stati freddati mentre ancora erano a terra, indifesi. Che poi se ci pensi è paradossale. Passi tutta la vita ad annusare fiori, piatti prelibati, profumi e poi quello che ti porti nella tomba è l’odore del detersivo usato dalla donna delle pulizie quella stessa mattina. Allucinante davvero. Magari ha usato un detergente all’arancia e a te neanche piace l’arancia. Porti nel tuo ultimo viaggio la scelta di un altro insomma. E secondo me non si dovrebbe mai scegliere per gli altri. Però pensandoci bene, in alcune foto, ho visto “Maglioncino Fucsia”. Maglioncino Fucsia è come ho rinominato io un cadavere del Bataclan perché, neanche a dirlo, aveva qualcosa di fucsia addosso. Ecco secondo me Maglioncino Fucsia ha sentito il profumo del suo fidanzato. Sì perché gli stava così vicina, anzi stavano così vicini. Forse hanno voluto terminare la loro esistenza uno accanto all’altra. O magari semplicemente dopo averli freddati, i terroristi hanno accatastato così i loro corpi . E quindi erano solo dei semplici estranei. Il punto è proprio che non lo so, non so nulla delle loro vite. Non so neanche cosa abbiano pensato i terroristi. Sì hanno urlato “Allah Akbar” ma poi? Cosa hanno pensato poi? Dopo la prima raffica, erano ancora così convinti che Allah fosse grande? Sì probabilmente hanno continuato a pensarlo altrimenti non avrebbero ucciso altre persone. Eppure mi sfugge una cosa, ma magari è un’inezia, non saprei. Non capisco come possa essere che Allah è grande. Intendiamoci ho capito che Allah è grande perché è Dio, solo non comprendo come possa essere grande e volere queste cose. Se uno è grande non vuole nulla dai piccoli. Quando ero bambina mi insegnavano a prendermi sempre cura di chi era più indifeso di me. Ecco è questo che non comprendo: se io sono grande già di mio, non ho bisogno di nulla da degli esserini minuscoli ed insignificanti come gli umani. Non dovrei volere la loro morte. Ma ve l’ho già detto, io il Corano non lo conosco a fondo, non ne so niente insomma. Il segreto è tutto qui: io non so nulla. E come me molti altri , anzi direi proprio tutti. Nessuno sa tutto, e rispetto allo sconfinato scibile è come se ognuno di noi non sapesse assolutamente nulla. Ecco, se io non so nulla non parlo e non faccio. Se io non so nulla non mi permetto di giudicare, Se io non so nulla non mi permetto di prendere decisioni, a maggior ragione se hanno ripercussioni sugli altri. E quei terroristi non sapevano proprio nulla delle loro vittime. Non sapevano quali erano i loro sogni, i loro progetti, i loro amori, le loro passioni, il loro film del cuore o il migliore amico. Non sapevano neanche quale fosse il loro colore preferito. Non avevano il diritto di strapparli alla vita. Semplicemente non era giusto. Ma in fondo, cosa ne posso sapere? Io sono un’ italiana media, una cittadina anonima, una semplice ragazza di città. Il mio Paese mi ha sempre insegnato a non saperne nulla. A lasciar correre, a lasciar fare ai politici, ai professori, agli intellettuali. Io non so nulla, quindi non posso fare nulla. Non so nulla ma ho come la sensazione di aver capito tutto. Ho capito che qualsiasi cosa accada, non dobbiamo aver paura. Perché la Libertà è grande, non solo Allah.

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