Vorrei tu provassi a chiudere gli occhi

A cura di Valentina Maggestini

Immagina. Immagina di essere in macchina sulla strada del ritorno per casa dopo una bella serata con il tuo ragazzo e a un certo punto ti accorgi di essere inseguita ma prima che tu possa fare qualcosa, vieni speronata dall’auto che ti stava inseguendo. Immagina che la macchina si fermi e che tu ti renda conto che è LUI ad averti inseguita: la persona che hai amato per tanto tempo ma con cui è finita da un po’. Sale in macchina. Discutete. Inizia a cospargere tutto di alcol. Te compresa. Presa dal panico esci fuori dall’auto mentre lui le dà fuoco. Sei in strada, sola. Corri, hai paura. Vedi i fari di una moto, provi a chiedere aiuto ma non si ferma, tira dritto. Dopo un po’ ne vedi un’altra, ti sbracci ancora di più ma niente. LUI si avvicina a te e tu lo supplichi di non farti del male. Lo fissi negli occhi, occhi che hai tanto amato e che adesso ti terrorizzano. Ti dà fuoco. Urli. Urli perché ti rendi conto di ciò che sta accadendo, urli per lui, urli nella speranza che qualcuno ti senta. Urli per te stessa. Urli per il dolore. Alla fine smetti di urlare, rassegnata. Il tuo corpo si arrende. Si arrende al dolore, si arrende alle fiamme. Capisci che è finita, che né LUI né nessun altro ti verrà a salvare. Se con la tua testa hai provato a immaginare ciò che Sara Di Pietrantonio, ragazza di 22 anni, ha vissuto, taci. Sarebbe inutile qualunque altra parola. Inutile dire “Eh ma se i due motociclisti si fossero fermati…” ormai è successo. E’ tardi. La tragedia è compiuta. Che poi diciamolo, sei sicuro che tu ti saresti fermato? Sicuro che avresti capito? Prova a metterti nei loro panni da 20enni che passando in una zona isolata, in piena notte, hanno assistito alla scena senza potersi immaginare un seguito così crudele. Più che giudicare dovremmo riflettere. In silenzio. Da donna di fronte all’ennesimo caso di “femminicidio” mi chiedo: “Dobbiamo avere paura di qualunque uomo ci si avvicini? Siamo davvero in grado di capire chi è veramente la persona che ci sta accanto? Dobbiamo aver paura quando una storia finisce?”. L’amore spesso abbaglia, acceca. Non si finisce mai di conoscere una persona. Spesso, come nel caso di Sara, quando ci si rende conto di come stanno davvero le cose è troppo tardi. Un forte abbraccio a tutte le persone che stanno soffrendo per questa morte così atroce. E un pensiero a Sara la cui vita è stata strappata crudelmente dall’amore malato di un mostro. Il troppo amore fa male.

Riposa in pace. Sono certa che adesso sei in un posto migliore. Ciao Sara.

 

 

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