Cronache dalla Leopolda 7 (Parte 1)

A cura di Giulio Menichelli

Ebbene sì, è già la settima edizione. Il raduno dei progressisti che ha fatto la fortuna di Matteo Renzi sembra non volersi fermare, e quest’anno più che mai mantiene un ruolo centrale nella definizione della politica del Partito Democratico e, per estensione, del Paese, soprattutto in vista del prossimo Referendum.

Eppure, fisiologicamente, non è questo il tema di cui si è trattato maggiormente in questa prima serata di apertura. Piuttosto si è parlato del sisma che ha sconvolto il centro Italia e di quello che il governo ha fatto, fa e continuerà a fare per sollevare dall’attuale momento di difficoltà quelle regioni e quei paesi che sono stati colpiti maggiormente. “Difficoltà – dice Matteo Richetti, rottamatore della prima ora, a cui sono affidati gli onori di casa – che non vivono solo alcune cittadine di quattro regioni italiane, ma che vive il Paese”. Sul tema sono intervenuti Elvezio Galanti, pezzo grosso della Protezione Civile, che ha ricordato l’alluvione di Firenze del 1966 e il grande lavoro degli Angeli del Fango che “sono rimasti quando gli altri tornavano a casa”; Erasmo D’Angelis, che ha proposto una riflessione guardante anche al passato riguardo la prevenzione, e di come questa sia possibile e sia stata fatta in alcuni momenti della storia dell’Italia; il Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini; la Senatrice Stefania Pezzopane, al tempo del terremoto dell’Aquila Presidente della Provincia e tre esponenti della società civile: il primo, un volontario che sta collaborando ad Amatrice, il secondo, uno studente che dopo il terremoto dell’Aquila ha deciso di rimanere e laurearsi all’Università dell’Aquila, l’ultimo, un imprenditore.

Non sono ovviamente mancate critiche, in particolare alla vignetta di Vauro che invita il terremoto a “fare trentuno”, al quale Richetti rivolge un “saluto rispettoso” e dice di “aver mancato di rispetto non a noi, ma a chi il terremoto l’ha subito”.

Dopodiché è seguito un breve intervento del Premier Renzi che, da padrone di casa, ha illustrato il programma per i due giorni a venire senza risparmiare battute e rinviando all’intervento che farà domenica mattina per “togliersi qualche sassolino”.

A seguire ci sono stati varie testimonianze del Terzo Settore, in cui si è raccontato cosa si è fatto nell’ultimo anno. Tra gli altri Riccardo Bonacina, la sindaca di Calcinaia Lucia Ciampi, Ivan Scalfarotto che, peraltro, ha annunciato la sua prossima unione civile, Stefano Guarnieri e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.

Il tutto si è chiuso con un’amatriciana di beneficienza per le popolazioni colpite dal sisma.

Il clima che si respira è di grande fiducia verso il futuro, propositivo per il Referendum, di cui si è tuttavia già iniziato a parlare, ma che nel pomeriggio della seconda giornata si approfondirà, e per il domani del Paese. Afferma tuttavia Richetti: “Il nostro grande avversario non è il fronte del NO, non è chi vota un altro partito; è chi ha deciso di fermarsi alla denuncia […] che quando gli si chiede come avrebbe agito risponde: <Non lo so, è un problema vostro, non mio!>”. Lo slogan di quest’anno, “E adesso il futuro”, sembra rappresentare bene ciò che si è detto in questa prima serata della kermesse, dove si è parlato di problemi ma anche di soluzioni, e si sono sollevati temi che lasciano davvero ben sperare per i due giorni che seguiranno.

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