Humani nihil a me alienum puto

A cura di Pierpaolo Canero-

Riflessione sul terrorismo con Zygmunt Bauman

Zygmunt Bauman, uno dei più importanti sociologi esistenti, intervistato durante il Festival del Diritto di Piacenza, risponde alla mia domanda su come, alla luce di una società da lui definita ‘liquida’ che rifiuta ogni tipo di verità fondamentale, sia possibile integrare la religione islamica, portatrice di una verità fortemente radicale.

“Guardando la storia di tutte le religioni, questa si presenta piena di atti criminali che violano la dignità umana ed i suoi diritti. Nell’ambito storico, tuttavia, bisogna distinguere cronologicamente gli eventi. Nel breve termine si tenderà ad essere pessimisti, a non credere nel cambiamento. Nel lungo termine invece le cose sembrano spesso prendere una piega positiva. Per esempio il cristianesimo durante l’inquisizione ci appare integralista e violento mentre con il passare del tempo si assiste al riesame pentito delle proprie azioni fino alla richiesta di perdono. 

Nella religione islamica la situazione è caratterizzata dalla forte presenza di conflitti sociali, da vite tormentate dalla guerra al cui orizzonte si presenta un destino funesto, e ancora più tragico è che questa deleteria situazione venga sfruttata da chi vuole soddisfare i propri interessi tramite la rabbia popolare. Molte persone non hanno la possibilità di vivere una vita dignitosa poiché non gli viene permesso di averla. L’unica speranza per costoro risiede nella promessa che nell’aldilà la vita possa essere migliore, è questo che muove un kamikaze. E’ arduo provare empatia per capirli, è disumano condividere, tuttavia il tentativo non delude.” 

Il discorso di Bauman non vuole essere un’apologia dell’Islam né tantomeno del terrorismo. E’ anzi una provocazione rivolta tutti noi per risvegliare le nostre coscienze, per stimolarci allo sforzo di capire ciò che può portare un essere umano all’annientamento di sé e degli altri. Quindi un invito verso la compassione intesa come ‘sym patheia’, nel senso greco del termine, cioè sentire ciò che l’altro sta sentendo. Capisci ciò che l’altro sta provando e non potrai più essere così severo nei suoi confronti poiché dall’alto delle nostre vite rimaniamo sempre umani. 

 

Loading

Facebook Comments Box