La signora Dalloway disse che avrebbe comprato lei stessa i fiori

A cura di Clotilde Formica

Chiudete gli occhi, magari preparate una tazza di buon tè inglese e, dondolati dal suo profumo leggero, lasciatevi trasportare in una Londra frenetica del 1923. Ora immaginate una rispettabile donna di classe impegnata nell’organizzazione di una festa in casa sua, una donna avvinghiata al presente per sfuggire dai fantasmi del passato intrecciando le ore con i suoi pensieri frettolosi circondata da felicità posticcia e troppo intelligente per non rendersene conto. Clarissa è una signora perfettamente ordinaria, in bilico tra la scelta di vivere un nuovo giorno con le vecchie abitudini e la scelta di chiudere il sipario di una commedia con attori mediocri. E così, in questo guazzabuglio di quotidianità che la sovrasta, decide di uscire e comperare lei stessa i fiori. Clarissa è a mio avviso l’incarnazione dell’individualismo che ha il coraggio di compiere delle scelte in prima persona: avrebbe potuto tranquillamente decidere quali e quanti fiori prendere e ordinare a qualche sua domestica di compiere la commissione al posto suo, eppure la Signora Dalloway si spoglia di qualsivoglia filtro e i fiori li sceglie in prima persona.

Ora vi chiederei di riaprire gli occhi, mantenendo fissa nella mente l’immagine della signora Dalloway che esce di casa con passo svelto immersa nei suoi pensieri che si espandono. Trasportate quest’immagine ai giorni d’oggi. Dimenticate Londra, i primi anni del Novecento e l’odore del tè e lasciate che il flusso di coscienza si riversi su di voi. Diventate tutti Clarissa Dalloway, date peso alle vostre ore, svegliatevi e, quando vi troverete a fare una scelta, spogliatevi di tutti i condizionamenti e di tutti i filtri che influenzano e sporcano la vostra percezione. Amate il vostro essere individualisti e ricordatevi di Clarissa con il suo mazzo di fiori in mano. Non siate vili, pigri e lascivi ma lasciatevi incuriosire da tutto e condizionare da nulla, solo in questo modo sarete – e saremo – liberi di uscire e scegliere da soli i fiori che maggiormente ci piacciono. “Ove c’è raziocinio c’è scelta, ove c’è scelta c’è libertà” (Oriana Fallaci).

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