Ad altiora, semper

A cura di Valerio Forestieri-

A coloro che hanno condiviso l’orgoglio di leggere il proprio nome su questi fogli.

Sono passati già due anni. Due anni da quando Paolo, proprio da questa pagina, augurava a Iuris Prudentes traguardi più alti. Due anni dal primo numero che non vede, sotto un articolo, la firma di Danilo. Due anni dall’ultima volta che Piervincenzo ha affidato i suoi pensieri a questa carta, e ci chiamava pazzi e sognatori. Due anni che sono in questa squadra, divenuta, poco a poco, la mia casa.
Sono passati già due anni e a vedere Piervincenzo con la corona d’alloro sulla testa, ho capito che una fase, una parte del sogno, era conclusa. Perché quei ragazzi che appena arrivato mi hanno preso per mano, si accingono adesso ad affrontare un’altra sfida. Fuori da qui, al di là delle mura di Parenzo, con la risolutezza di chi rincorre un’ambizione. Taluni, anzi, sono partiti senza che trovassi nemmeno l’occasione per dire loro grazie; e questo articolo serve anche per rimediare ad una simile, imperdonabile, mancanza. Altri incominciano ora il nuovo viaggio: possa la fortuna essere dalla loro parte.
A noi, invece, a noi che restiamo, rimane un certo smarrimento. Lo smarrimento che provano i figli – pure se adulti, se indipendenti- quando perdono un genitore. E comprendono di non potersi più abbandonare alla sua guida sicura. Di non poter più contare sul suo incrollabile supporto. Ma di doversela cavare da soli. Grazie agli insegnamenti ricevuti, certo. Con la consapevolezza, però, che adesso hanno il timone e sta a loro tracciare la rotta.
È per questo, forse, che mai come oggi ho avvertito il peso del testimone che mi è stato trasmesso. Sento l’onere di portare avanti una storia ed un progetto. Che ha rappresentato tanto. Per me, per chi scrive su questo giornale, per chi crede nell’unicità di questa, piccola ma vivace, esperienza editoriale. Che si è fatta, negli anni, luogo d’incontro, di dibattito, di crescita, palestra e fucina di idee e di menti. Che ha suscitato, nel bene o nel male, l’interesse di molti. Che ha segnato- ciascuno, in cuor suo, giudichi se in positivo o in negativo- la vita degli studenti dell’Università tutta.
Raccogliamo proprio oggi -così, almeno, mi sembra- un’eredità preziosa, col dovere di esserne all’altezza. Col compito di preservarla, per tramandare ancora. Perché, se alcuni vanno, sono tanti i nuovi amici che entrano a far parte di questa famiglia, rendendola numerosa come mai è stata prima. E appunto a loro, a chi muove i primi passi in questa redazione, dobbiamo la promessa che faremo Iuris Prudentes ancora più grande. Ancora più stimolante. Ancora più intraprendente. Ricordando sempre il passato da cui proveniamo e i ragazzi eccezionali che ne sono stati i protagonisti. Ma con l’audacia di proseguire il cammino, per andarsi a prendere il futuro.
Sono passati già due anni, e, a guardare indietro, mi accorgo che siamo nani sulle spalle di giganti. Eppure ho la speranza che, innalzandoci su questo piedistallo, riusciremo a spingere lo sguardo un poco oltre.

Ad altiora, semper.

Il direttore,
Valerio Forestieri

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