DeliRando

A cura di Lupo Alberto-

Chi siamo? Da dove veniamo? Che senso ha tutto questo? Dove stiamo andando?

Le risposte non le troverai in questa rubrica… ma nel dubbio leggila!

Barcellona contro Madrid: non è più solo calcio.

Chi segue il calcio sa che “el Clasico” è la sfida più importante tra i due club più titolati di Spagna e del mondo: il Real Madrid e il F.B.C Barcellona, le due squadre sono il simbolo di due diversi mondi che il 1 Ottobre rischiano di dividersi seriamente, se il referendum per la secessione darà esito positivo.

Madrid non ha riconosciuto il referendum, giudicandolo incostituzionale, ed ha già provveduto ad arrestare parecchi attivisti pro-secessione, scatenando tensioni in tutta la Catalogna.

Orwell aveva omaggiato 80 anni fa il popolo catalano che lottava strenuamente contro i Nazionalisti di Franco a difesa della Repubblica; quindi non loderò per questo anch’io la regione di Barcellona, ma mi limiterò a tentare di capire cosa spinge i Catalani a fuggire da Madrid e dal Re.

La Catalogna è una regione ricca, molto ricca: da sola crea il 20% del PIL spagnolo, il reddito pro-capite di un catalano è superiore a quello degli altri spagnoli; dunque Barcellona è la capitale economica della Spagna. Catalani erano grandi artisti come Mirò, Gaudì e il mitico Salvador Dalì, che da buon provocatore quale era avrebbe sicuramente combinato qualcosa in questo referendum…ah, dimenticavo di ricordare che anche in Italia, nel Nord della Sardegna, esiste una città catalana: Alghero, che diede i natali ad un marchese molto amato, anzi, il più amato dai comunisti italiani: Enrico Berlinguer.

Insomma un popolo affascinante, lavoratore, rivoluzionario che a noi italiani piace molto, infatti il nostro mondo politico da Destra a Sinistra ha condannato il pugno duro di Madrid.

 

C’è da chiedersi però che cosa succederà se nasce la Repubblica Catalana, e se a suo esempio anche molte regioni d’Europa agiranno con secessioni; infatti per quanto sia meravigliosa l’autonomia, il crollo di uno Stato Nazionale porta anche a sfaldamento di valori e rende i cittadini politicamente, economicamente e anche culturalmente più fragili!

Ultima battuta, volutamente provocatoria: la Spagna si è unita per scacciare i Mori; ora che i “nuovi Mori”, più fondamentalisti e violenti dei vecchi, minacciano l’Europa, la Spagna si divide!

(Eterno) ritorno dei nazionalisti tedeschi

Le elezioni della settimana scorsa hanno confermato il primato della CDU, eroso però dall’avanzata dei nazionalisti euroscettici dell’AfD, che ottengono un 12,6%.

Molti temono un ritorno dell’Estrema Destra in Germania, ma bisogna considerare che questo partito, certo populista, xenofobo, non ha (menomale) un’ideologia coerente, articolata; non ha un orizzonte culturale di riferimento preciso.

Infatti, una sua (credo ex) leader è omosessuale, con simpatie per i Verdi, tuttavia condivideva il malcontento dei nazionalisti nei confronti dell’Europa e dell’amministrazione della Merkel.

Questo non ci deve far abbassare la guardia, poiché il lupo perde il pelo, ma non il vizio: i Tedeschi possono rinunciare (e lo hanno fatto) al Nazionalismo, se però si concede loro la supremazia in qualcos’altro (tipo i mercati o il calcio): sono affetti da Volontà di potenza endemica.  Se manca il primato in qualcosa, tornano al vecchio motivetto del loro splendido inno:” Uber Alles”.

Mi fa piangere il cuore citare il martellatore baffuto per simili accostamenti, tuttavia nessuno come lui ha messo a nudo l’anima tedesca, così virtuosa eppure così pericolosa|!

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