La nuova distopia e la manipolazione…della crisi

A cura di Clotilde Formica

 

Soltanto una crisi -reale o percepita- produce un vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano […] finché il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile”.

Queste le parole del premio Nobel Milton Friedman, lo stesso a cui dobbiamo la dottrina economica dello shock. 

Non credo risulti difficile immedesimarsi in queste righe: siamo bombardati dalla parola “crisi” che riecheggia dai telegiornali fino a raggiungere le più frivole chiacchiere da bar. Ciò che ne consegue è un clima di generale stordimento e – narcotizzati a tal punto dalla “crisi” – siamo pronti a credere a tutto e tutti, soprattutto a chi inneggia a complotti nascosti, scie chimiche e totalitarismi latenti.

Il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile”, improvvisamente ci riscopriamo paladini della verità: sbraitiamo, ci dimeniamo pur di riconquistare la democrazia rubata e mettiamo in dubbio i progressi della scienza e della farmacologia poiché asserviti a quei poteri forti che, senza farcene accorgere, ci hanno trascinato in una società distopica.
Siamo tutti supereroi della libertà, rompiamo gli schemi nascondendoci dietro un computer e inneggiamo alla democrazia votando su una piattaforma virtuale.
Probabilmente Friedman non si sbagliava: la “crisi” ha prodotto uno shock tale da trasformarci in burattini che non sanno più a chi credere e cosa credere. D’altronde, in un contesto del genere è semplice trovare appigli sicuri (e a tratti scurrili) per una rapida scalata sociale il cui pilastro fondante è mettere in dubbio tutto per farci credere a tutto, è così che ci si trasforma in piccoli altoparlanti di una sola testa pensante, la quale potrebbe dire addirittura che vaccinarsi è dannoso. E noi non porteremmo i nostri figli a fare il vaccino. “Politicamente impossibile”. 

Non me ne vogliate per lo spoiler ma vi rivelo un segreto: “1984” è solo un romanzo, non ci sono poteri forti che ci osservano costantemente, manipolano le informazioni a loro piacimento e cercano di contaminarci attraverso la scienza e no, non sono pagata da nessun politico o partito che sia. La libertà risiede nello spirito critico di ciascuno di noi, non c’è schiavitù più grande di credere a tutto o di dubitare di tutto, non esiste una verità assoluta e la democrazia perfetta è solo un’utopia. Ora perdonatemi un ultimo spoiler: i maiali rivoluzionari di Orwell alla fine diventano più crudeli e iniqui dell’uomo cattivo che hanno cacciato via.

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