DeliRando

 

A cura di Lupo Alberto

 

 Il sapere come difesa alla dignità del libero pensiero e dell’agire consapevolmente.

 Quali colpiscono di più, tra le notizie di questi giorni? Sicuramente la sanguinosa guerra in Siria e lo scandalo che ha coinvolto Facebook. Non entro nel merito di fenomeni complessi e diversi tra loro, né mi permetto di fornire informazioni che potrebbero risultare inesatte; mi limito a comunicare il mio senso d’impotenza e di smarrimento, che ritengo comune a molte persone, davanti a tali avvenimenti.

Noi, uomini e cittadini del duemila, culturalmente e scientificamente progrediti, siamo vulnerabili nelle nostre libertà fondamentali, di conseguenza totalmente incapaci di garantire un vero sviluppo all’umanità.

Non siamo neanche più liberi, come credevamo, di poter scegliere i nostri rappresentanti (se è vero quello che emerge dal caso Cambridge Analytica), figuratevi scongiurare conflitti e salvaguardare la pace mondiale!

Siamo giunti all’Apocalisse? Cosa possiamo fare?

Ricordiamoci l’eredità dei nostri predecessori, sintetizzabile in una sola parola: Sapere.

Sapere significa possedere conoscenze, derivate dall’insegnamento e dall’esperienza, ma non si tratta di semplici nozioni o dati tra loro connessi; sapere è innanzitutto amore verso la curiosità d’apprendere.

Un immenso filosofo, Immanuel Kant, disse in epoca Illuminista:” Sapere Aude!” ossia:” Osa Sapere!”, oggi nonostante le enormi possibilità di informarci ed imparare, spesso ci dimentichiamo di avere il coraggio di amare le scienze, la cultura, la Storia e di conseguenza, il nostro più caro bene: la Libertà.

A cosa servono miliardi di dati, nozioni e contatti, accessibili a tutti in qualunque momento, se non osiamo ascoltare, dialogare, confrontarci, ricordare e dubitare su tutto ciò che è a nostra disposizione? Possediamo davvero la facoltà di pensare in libertà e per la libertà, se non osiamo amare di sapere il più possibile? Se non concediamo a noi stessi la dignità di un esistenza più profonda?

Non è facile sapere, sicuramente ancora più arduo è amare la conoscenza: richiede tempo, esercizio e pratica. Questo è il perché è più comodo e veloce ignorare, non conoscere, impegnare le nostre forze in altre attività. Ma se si ama la libertà, ritengo necessario uno sforzo costante atto ad incrementare il nostro sapere, che non significa studio passivo, ma attività intellettuale condivisa e plurale, ossia mettersi in gioco, imparare da chiunque.

Sapere è potere, abbiamo bisogno di molto sapere per difendere la nostra Libertà che è continuamente minacciata; solo in una cosciente condizione di uomini liberi si può lavorare per la pace.

 

 

 

 

 

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