Appunti pre-rivoluzionari per neofiti della guerra civile, e altre boiate.

Di Edoardo Licitra –
Tutto ha inizio sul web. Lontano da un contraddittorio, sfuggente a qualsiasi tipo di critica, il Sig. Ministro in pectore minaccia il Capo dello Stato, e con esso la Nazione tutta, di messa in stato d’accusa, attribuendo peraltro a tale istituto un sostantivo anglofono improprio: impeachment. Trova in questo istante il suo punto di partenza la serie di minacce più gravi mai ordite avverso le Libere Istituzioni della Repubblica e le sue Leggi.
Diretta su Facebook, ancora una volta, l’atto ostile ha forma digitale. Codardi. Il Sig. Ministro nominato, questa volta, apre bocca per affermare che adesso lo stato siamo noi. Seguiranno scherni e vignette, ma la bellicosità intrinseca di quelle parole permane.
E giù i sostenitori, timorati del contraddittorio anch’essi, a sostenere le parole del suddetto.
E giù a sbandierare tricolori, a scrivere commenti in maiuscolo, come se ciò conferisse più autorevolezza agli insulti ed alle amenità che albergano entro le loro tristi meningi.
Nero su bianco, un contratto. Questa volta l’atto ostile si manifesta su carta, straccia verrebbe da dire, ma pur sempre differente dal pixel.
Un comitato di conciliazione dicono. E noi a chiederci se sia il 2018 o il 1922, eppure non ci sono camice nere, non ci sono tumulti in strada. Sapete che c’è? Che almeno nel 1922, forse per mancanza di alternative, avevano gli attributi adatti a menar le mani.
Pavidi leoni da contratto.
Ancora il web, ancora una diretta. Il 2 giugno una grande manifestazione si dovrà tenere a Roma, dicono. Stante la codardia dei sostenitori, però, e tenuto conto del fallace carisma dell’aizzatore, che forse pensa di esser ancora allo stadio, tutto sfuma. Giusto il tempo di una comparsata con Carmencita su Mediaset, e tutto rientra.
Verremo tutti giudicati per ciò che abbiamo fatto in vita, non li sfiora forse il timore di pregiudicare la loro credibilità dinanzi la giuria dell’aldilà? O temono più l’ira del funesto responsabile della comunicazione (tal Rocco)?
Una piazza, un lungomare, finalmente uno scenario terrestre, non etereo, non cartaceo, non giornalistico. Qui si consuma forse la più grave delle provocazioni.
Aboliremo i quorum costitutivi per i referendum. Lungi dallo scrittore pretendere una sassaiola, o quantomeno una pernacchia. La platea, però, non resta attonita, anzi. Applaude. Verrebbe da pensare a Padmé Amidala.
Si fa strada il pensiero che forse, anche se le precedenti dichiarazioni di guerra al buonsenso fossero state fatte in pubblica piazza, avrebbero sortito il medesimo effetto eccitante. O forse è già successo? Probabilmente studiare ci distrae troppo, dovremmo passare più tempo online.
Ultima, ma non ultima, la dichiarazione che segna il confine tra la mera provocazione di un idiota (nell’accezione sovietica del termine), ed un vero e proprio casus belli: nei comuni in cui vinceremo, l’amministrazione avrà il governo dalla sua parte. Applausi.
Tradito sostanzialmente il Giuramento (Giuro di […] esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione, ndr), ed offesa ancora una volta l’intelligenza degli astanti, il ministrello ribadisce un concetto bellicoso.
Ebbene, l’ultima cosa che ci rimane da fare è stimolarvi. Non aspettiamo altro che la vostra marcia, i vostri impeachment, i vostri tradimenti e le vostre ipocrisie tradotte in atti materiali. Adesso tocca che mettiate in pratica ciò che avete minacciato.
Vi aspettiamo al varco delle promesse fatte, come si aspetta il morso di un piccolo can che abbaia. Attendiamo che voi, interpreti delle post-verità contemporanee, agiate per come avete urlato.
Sarà al bivio dell’indecisione che verrete valutati per ciò che siete, dei deboli senza patria. Ed insieme a voi chi vi ha sostenuto con la cattiveria di chi bruciò i libri, di chi aizzò le masse, e di chi dichiarò guerra. Con l’unica probabile differenza che tempo fa la guerra avvenne.
La mediocrità non è una patria, e le provocazioni non sono eserciti. Per concretizzare ciò che miagolate servono dei mercenari, e il reddito di cittadinanza non è una paga sufficiente.
La vostra agenzia di marketing non è, ahivoi, un consiglio di Difesa; e i vostri santoni non sono condottieri.
La crociata delle idiozie terminerà, si teme o si spera (dipende), come è iniziata. A suon di vaffa ed applausi scroscianti.

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