UniTalks to you: buone pratiche per una navigazione consapevole

A cura di Pierpaolo Canero

Siamo abituati ad utilizzare internet quotidianamente ma, sebbene ci muoviamo spesso agilmente tra una pagina e l’altra del web, non siamo sempre consapevoli del mezzo che stiamo usando e dei rischi cui possiamo andare incontro. Partendo da queste premesse, con i ragazzi di ‘’UNI Talks’’ abbiamo intervistato 5 studenti della LUISS per sondare il loro livello di conoscenza della rete.

La prima domanda cruciale, per quanto possa sembrare banale, è: che cosa è internet?

Internet è un sistema di comunicazione tra i computer sparsi nel mondo che utilizza un protocollo comune ‘’Https’’ (che appare dietro al dominio che stiamo cercando ex: hhtps://www.google.com) che permette di utilizzare lo stesso linguaggio di comunicazione. Semplificando all’estremo il concetto: internet è un cavo (ad esempio la fibra ottica) che connette ogni computer collegato a quest’ultimo nel quale vengono inviati segnali in una lingua comune. Ogni volta che navighiamo su un sito, inviamo un segnale che arriva fisicamente nel computer che lo ospita, ad esempio il server dell’università. Internet è paradossalmente quanto di più materiale possiamo immaginare.

 

Spingendoci un po’ più in alto: Che cosa è il ‘’cloud’’?

Reo il nome ambiguo, questo servizio è spesso accomunato ad una ‘’nuvola virtuale’’, nella quale sono salvate tutte le nostre foto. I ‘’Cloud’’ sono in realtà degli enormi centri di raccolta dati sparsi nel mondo che forniscono una serie di servizi, come appunto il salvataggio delle foto ma non solo. I cloud consentono anche l’utilizzo di applicazioni (come Microsoft Office) e servizi qualora questi non siano installati sul computer dell’utente.

 

Tornando con i piedi per terra, capita spesso di trovare questa domanda: “Il nostro sito utilizza dei cookie per migliorare il servizio, acconsenti al loro utilizzo?” ma sappiamo cosa vuol dire? Tante volte abbiamo premuto accetta, ma poche volte sapevamo cosa stessimo accettando. L’utilizzo dei cookie (consentito dalla legge) consente di monitorare e memorizzare le attività che svolgiamo sul web. Sono delle briciole che lasciamo navigando. I cookie sono estremamente versatili e si prestano a numerosi utilizzi, come ricordare la password inserite, il nostro ‘’carrello della spesa’’, le pagine visitate o i ‘’mi piace’’ messi. La raccolta delle nostre preferenze consente una ‘’profilizzazione’’ dell’utente che può risultare molto invasiva dal punto di vista della privacy, in particolare quando si accettano ‘’cookie di terze parti’’. In questo caso, le nostre informazioni non saranno lette dal sito che stiamo visitando ma da siti terzi, dando la possibilità di monitoraggio agli inserzionisti. Come evitare l’utilizzo dei cookie? Tramite la navigazione anonima, che consente di navigare mantenendo celata la propria identità ed impedendo l’utilizzo dei cookie. Utilizzando questa impostazione dovremmo infatti inserire ogni volta i dati di accesso perché i cookie sono disabilitati.

 

Quali sono i pericoli di un Wi-Fi pubblico e come fare per prevenirli?

Sebbene in Italia non ce ne siano molti, i Wi-Fi pubblici possono rappresentare un vero e proprio pericolo per la sicurezza dei nostri dati. Frequentemente sono ‘’liberi’’ e solitamente è possibile connettersi semplicemente registrandosi al sito del locale in cui ci si trova. Questa carenza di protezione permette ai malintenzionati di operare il così detto ‘’sniffing’’ ossia l’intercettazione dei dati che inviamo. L’hacker si pone nel mezzo tra il nostro device ed il Wi-Fi, mettendo a rischio le nostre password e dati personali. Per scongiurare questa possibilità è possibile utilizzare un ‘’VPN’’ (Virtual Private Network) che cripta il nostro traffico di dati e non li rende identificabili.

 

Perché è pericoloso che i miei dati siano in possesso di sconosciuti?

A parte l’evidente pericolo di subire un furto dei dati della propria carta di credito, anche informazioni apparentemente innocue come l’indirizzo della propria mail possono essere dannosi nelle mani sbagliate. Esistono infatti una serie di software anche legali come ‘’spokeo.com’’ che consentono di effettuare le così dette ‘’ricerche inverse’’: attraverso un indirizzo mail o numero di telefono è possibile risalire a tutti gli account collegati. In questo caso neanche un nickname vale a nascondere la propria identità. La mail viene inoltre frequentemente utilizzata per inviare spam, che possono essere semplicemente a scopo pubblicitario oppure contenere malware (virus).

 

Le possibilità di essere vittima di attacchi informatici crescono esponenzialmente in relazione alla carica lavorativa ricoperta o al luogo di lavoro. Le persone al vertice di società quotate adottano delle precauzioni estremamente elevate per prevenire questo tipo di attacchi poiché le loro credenziali danno accesso a dati particolarmente sensibili. Alla fine dell’intervista abbiamo rivelato ai volontari che abbiamo effettuato delle ricerche sul loro conto su internet per cercare di scoprire il più possibile circa le loro informazioni personali ed interessi. Sono rimasti stupiti dalla quantità di informazioni che siamo riusciti a scovare e di conseguenza hanno deciso di modificare le proprie abitudini di navigazione. A volte basta poco per renderci conto di quante informazioni girino su Internet sul nostro conto, provare a cercare il proprio nome su Google per credere.

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