L’Italia che conoscono in pochi e che io chiamo casa.

Di Clotilde Formica –

É una fredda giornata di marzo, sono ad Århus, ridente cittadina della penisola dello Jutland. L’Erasmus è un’esperienza meravigliosa, ti permette di venire in contatto con persone provenienti da ogni parte del mondo, conoscere le loro tradizioni e in fondo ti fa apprezzare ancora di più le tue radici. Questa piovigginosa giornata danese mi riporta alla mente proprio le mie origini, casa. Casa per me è un piccolo paese nel cuore della Valle del Sele: sono cresciuta con lo scrosciare del fiume e l’odore pungente delle acque sulfuree. Questa è l’Italia nascosta, l’Irpinia che molti ricordano a causa del terribile terremoto del 1980, le cui cicatrici sono ancora ben visibili. “Similmente nel fiume Sele oltre Salerno, si trasformano in pietra non solo i rami che vi si immergono, ma anche le foglie” Per Plinio il Vecchio il fiume Sele sembrava avere qualità magiche, addirittura capaci di trasformare in pietra rami e foglie. Chiunque, come me, sia nato sulle sponde di detto fiume, sa che lo stesso ha importanti proprietà sulfuree, il solo immergere le gambe nelle sue fredde acque risana il corpo e la mente. La Valle del Sele è uno scenario incontaminato, il mio personale locus amoenus dove sperimentare la quiete ed instaurare una relazione intima con la natura. 
 Con un pizzico di fortuna è possibile anche fare particolari incontri esplorando il fiume, infatti la Valle del Sele sembra essere uno dei posti preferiti dalla lontra, il mammifero terrestre più raro d’Italia. Il vento danese continua a bussare alla mia finestra e, con un pizzico di fantasia, mi ritrovo in un pomeriggio estivo all’ombra di alcuni alberi, la brezza estiva mi accarezza il volto e l’acqua fredda avvolge le mie caviglie. A pensarci bene, ho anche un po’ di fame, il cibo danese non è sicuramente dei migliori e non so cosa darei per teletrasportarmi ad un classico picnic sul fiume, mi sembra quasi di sentire l’odore del caciocavallo podolico impiccato sulla brace, delle pizzelle di fiori di zucca e, ovviamente, della mozzarella cilentana. Eppure, vivere sulle sponde di un fiume non è solo buon cibo e relax. Se non lo avete mai fatto, vi consiglio vivamente di sperimentare il Rafting, una delle cose più divertenti e rigeneranti che io abbia mai fatto. Il fiume è lunatico, a seconda della zona in cui ti trovi, può coccolarti o trascinarti via violentemente, tu puoi solo assecondarlo ma devi imparare a conoscerlo per poterlo amare fino in fondo. Se poi l’acqua fredda proprio non vi piace, nel nostro angolo di mondo, a Contursi Terme, abbiamo sorgenti termali che arrivano fino a 40° ed è possibile fare il bagno all’aperto anche d’inverno quando il vento, fiero, prende possesso della nostra Valle. L’Italia è una risorsa infinta di bellezze, molte delle quali risultano essere perle nascoste e ricche di sorprese, dove la natura è la protagonista indiscussa, regina mutevole e benevola. Ora, però, riporto la mia mente in Danimarca, il mio fiume può aspettare, per il momento ho altri scenari di esplorare, ma alla fine ritorno sempre a casa.

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