La cultura che fa influenza: conversazione con Checcaflo

di Giulio Menichelli –

Siamo qui oggi con Francesca Florio, in arte Checcaflo, volto della nota pagina di Instagram Alpha Woman, ormai star del web, nonché, soprattutto, studentessa di giurisprudenza della nostra Università. 

Cara Francesca, cosa significa per te essere un’influencer e come vivi la responsabilità che tale ruolo comporta? 

Innanzitutto, non amo il termine influencer perché raccoglie un calderone di cose diverse, a volte anche negative, ed è un termine che trovo molto pretestuoso perché voler pensare di influenzare le persone – per attenerci alla traduzione diretta – non è certo la cosa più umile del mondo. Mi piace pensare, semplicemente, di condividere quello che faccio con gli altri, di poter dare degli spunti positivi a volte anche esempi di cose da non fare – ed esserci, soprattutto per le ragazze più piccole che mi seguono e vedono in me un punto di riferimento. Riguardo la responsabilità, cerco di attenermi, nei confronti di chi mi segue, al comportamento che ho con le mie sorelle minori: considero un po’ tutte le ragazze più piccole che mi seguono come mie sorelle minori, invece le ragazze mie coetanee e quelle più grandi le considero come amiche. Si basa tutto sulla sincerità e sulla la lealtà con le persone che ti seguono, anche perché sono loro, seguendoti, a darti qualcosa. 

A marzo hai aperto un nuovo profilo Instagram, Clipstudy, nel quale spieghi questioni giuridiche anche a chi non si occupa della nostra materia. Com’è nata questa idea? 

Clipstudy è un bel progetto perché raccoglie tanti utenti diversi: da chi non se ne intende e vuole una spiegazione, a chi studia e vuole approfondire qualche aspetto diverso rispetto a quelle che sono le notizie riportate dai giornali, che possa andare dalla politica – e quindi, ad esempio, dalla spiegazione dei meccanismi parlamentari – ai casi giudiziari famosi, alle sentenze più controverse. È qualcosa a cui pensavo da un po’ ed è per me un punto di partenza e d’arrivo insieme: d’arrivo perché è stata la pagina che mi ha permesso di mostrare, a me stessa e al mondo, che il social, Instagram, può essere utilizzato come strumento positivo, può staccarsi da quell’aura di superficialità e frivolezza che lo circonda e lo contraddistingue e divenire uno strumento per conoscere, approfondire e anche confrontarsi su tematiche che hanno un peso specifico diverso dal colore di smalto di tendenza autunno-estate. 

A proposito invece del tuo percorso in LUISS, cosa ricordi di quando eri matricola? Quali erano le tue speranze, quali i tuoi timori? 

Il mio primo anno è stato molto particolare: è stato bello, sono arrivata in un ambiente nuovo. Quando esci dal liceo ti senti arrivato: è il tuo ultimo anno, sei il più grande della scuola, hai tutte le certezze in mano, invece poi entri in un percorso universitario e ti confronti con un mondo che a te è del tutto estraneo. Avevo un po’ l’ansia della gestione dello studio per gli esami, non essendomi mai approcciata a nulla di simile. Avevo però voglia anche di guardarmi intorno, di conoscere, di capire il meccanismo dell’Università. Il mio timore era di rimanere indietro ma, allo stesso tempo, anche di perdere tutte le esperienze fantastiche che avrei potuto fare, nel tentativo di essere una studentessa modello. Invece poi, ovviamente, come sempre nella vita, s’impara camminando, strada facendo, a trovare un equilibrio. 

Per concludere, cosa auguri a chi oggi inizia il suo percorso nella nostra nella nostra Università e quale consiglio gli dai? 

Io auguro ai ragazzi che entrano oggi in LUISS di essere curiosi, di non fermarsi al primo ostacolo, alla prima impressione, brutta o bella che sia, di indagare, di conoscere. Se siete di giurisprudenza andate comunque a fare un giro a Viale Romania, andate a Viale Pola, andate a visitare Villa Blanc. Muovetevi da quelle che sono le vostre zone di comfort, sfruttate tutte le opportunità che la nostra università ci regala, tutti i luoghi, i laboratori, qualsiasi cosa vi piaccia e vi aiuti ad esprimervi. Abbiate fiducia e siate pazienti, perché il cambiamento è sempre duro, però nasconde un sacco di belle sorprese. E soprattutto, non riducetevi a novembre per studiare per gli esami della sessione invernale. 

 

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