Se guardiamo la vita dall’esterno, senza fronzoli di soggettivismo, ci sembra quasi un prodotto preconfezionato. In questo cinico oggettivismo siamo incatenati alle nostre scelte, scelte che ci incanalano verso percorsi prestabiliti: scelgo l’università, mi laureo, magari mi sposo, ho dei figli, magari un lavoro e l’elezione del nostro futuro diventa statica quotidianità.
È così che Walter White, professore di chimica al liceo, diventa l’emblema della normalità: padre e marito premuroso, un lavoro onesto e la pacatezza di chi ha vissuto un’intera vita senza strabordare mai dal percorso preconfezionato su cui si era incamminato. Arriva un momento, però, in cui bisogna fare i conti con sé stessi, soprattutto se si è costretti a fronteggiare la morte. Nel momento in cui gli viene diagnosticato un cancro, la morte gli spiana davanti un epilogo e lo porta a fare un resoconto generale su sé stesso e sul suo passato.
Walter con i numeri è bravo, molto bravo e questa sua dimistichezza nel far di conto fa scattare la scintilla per frantumare una volta per tutte i confini di sé stesso. Scarta finalmente la confezione della sua esistenza e oltrepassa con decisione quel confine di onestà e tranquillità. Walter White diventa Heisenberg, la premura di mantenersi nel perimetro della normalità diventa pericolo. Lui non ha paura del pericolo, lui è il pericolo!
Mr. White non teme più la morte, incatena il timore di una fine nell’anonimato alla volontà cannibale di diventare leggenda: il più grande produttore di metanfetamina esistente. Colui che nella vita si era sempre accontentato inizia ad avere fame insaziabile, niente è mai abbastanza. In Breaking Bad c’è il buio che divora una luce flebile in modo sempre più famelico e frettoloso, ci rendiamo conto con schiettezza di quanto sia dannoso il continuo reprimerci nella quotidianità di noi stessi, dimenticando la bellezza di cedere agli impulsi. Il cuoco più famoso del mondo è la nuda esemplificazione di ciò, come una bomba a orologeria che lascia solo distruzione e morte dietro di sé quando scatta la scintilla.
Quanto sono labili i confini delle nostre vite, in bilico tra il dualismo di ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, la vera sfida per non diventare Heisenberg consta proprio nell’avere la tenacia e la caparbietà di inseguire sempre quella nostra parte duale che si fonda sulla volontà inespressa. Perseguire una passione, un talento o una vocazione è un regalo che dovremmo fare a noi stessi per non lasciarci trascinare con passività dal corso degli eventi, perché quando arriverà il momento di guardarci allo specchio e far di conto, emergeranno i rimorsi e saranno come micce pronte a farci esplodere.
Mr. White viveva di rimorsi anche se non voleva ammetterlo a sé stesso. Sfiancato dai doveri che la società e la famiglia gli imponevano. Se avesse avuto il coraggio di varcare quei confini che spesso ci autoimponiamo, magari sarebbe diventato un chimico famoso, sarebbe stato socio di una società miliardaria insieme a Elliot Schwartz, invece, ha venduto quella quota per pochi dollari ed è finito ad insegnare chimica a dei ragazzi svogliati di mattina e a lavorare sottopagato in un autolavaggio per arrivare a fine mese. I rimorsi portano questo talento della chimica a riversarsi in quel mondo fatto di morte e droghe, ma a lui non interessa, la Blue Sky è il suo lascito, la sua firma per la gloria perduta, il frantumarsi del confine della normalità e la vendetta dei rimorsi.