DeliRando

Uno spettro si aggira per l’Europa, e sta volta fa sul serio. Ma non è quello di Marx, che avete capito, è la follia del DeliRando, che cala da Stettino a Trieste, dal Manzanarre al Reno.

Un anno fa.

Vi ricordate come era il mondo un anno fa? Io sinceramente poco, ma rileggendo i numeri del Delirando di novembre scorso qualcosa mi sovviene.

Giustamente mi direte:” Ma sei un pesce rosso che non ti ricordi niente? E soprattutto: perché oltre a scrivere questa Gazzetta dei Pagliacci la rileggi pure? Sei proprio un masochista!”. Che vi devo dire: avete ragione, cari lettori e lettrici.

Comunque, rileggendo i miei pezzi, oltre alla sensazione di vomito per i miei articoli, mi sono accorto di una cosa: non è che stavamo tanto bene, neanche prima del Corona Virus Sars- Serbelloni Mazzanti ViendalMare 19.

Trump era sempre sulle barricate contro i Democratici, la Brexit era in fase di stallo, Erdogan minacciava a destra e a manca ed in Italia si litigava fuori e dentro il Governo, ma quest’ultima non è una notizia.  Insomma: non era tutto rose e fiori, non andava tutto bene e quasi nessuno se gli avessero chiesto. “Sei contento di questa situazione?” avrebbe risposto “Sì”.

Ma mentre tanti di noi erano nelle sale a vedere “The Joker”, il Covid-19 (19 è appunto l’anno di scoperta) nasceva e cominciava a diffondersi in Oriente.

Ed eccoci a Novembre 2020, dove sono rimasti quasi tutti i problemi dell’anno scorso, con inoltre decine di milioni di contagiati in tutto il mondo e un’economia in ginocchio. Ci manca il caotico mondo di un anno fa, ed è oggettivamente un paradosso.

“Credevo che la mia vita fosse una tragedia, ora mi accorgo che è una commedia” diceva il protagonista del film di Todd Phillips, per noi forse non è così, perché da tragedia si è trasformata in disastro e/o apocalisse. Tuttavia è mio compito farvi notare che anche in questi momenti siamo in una farsa, almeno su questa rubrica.

Decreto o scherzetto: le notti delle dirette.

In molte regioni d’Italia si è cerato di evitare che si creassero assembramenti dovuti alla festa di Halloween, prendendo misure anche draconiane e qualcuno lanciando anche crociate anti-pagane (no, non è solo Mario Giordano con le zucche e la mazza).

Tralasciando la sera del 31 ottobre, visto il continuo peggioramento, aspettiamo a breve un nuovo decreto da parte dell’Avvocato del Popolo (lo abbrevio in AdP) ossia il Nostro caro Professor Conte Giuseppe, Presidente del Consiglio.

AdP è conscio che la situazione è molto critica e sta cogitando se aggiornare le misure anti-pandemia, cioè se fare una nuova diretta parlando chiaramente ai suoi clienti, pardon, alla Nazione.

Dato che vorrei seguire la massima di John Fitzgerald Kennedy, faccio qualcosa per il mio Paese, piuttosto che chiedere al mio Paese di fare qualcosa per me.

Mosso da alto spirito civico mi permetto di dare un consiglio all’AdP, anche se è già bravissimo e ha un ottimo braccio destro, cioè il Signor Casalino.  Il mio è un consiglio sui modi di comunicare i decreti, visto che la linea dei discorsi è improntata all’informalità e alla chiarezza, il prossimo passo è il coinvolgimento emotivo degli spettatori.

Questa volta quando si farà la diretta, mi permetto di consigliare un discorso ispirato alla scena dell’Avvocato e il contadino di Gigi Proietti. Per chi non lo conosce, è un cavallo di battaglia del cabaret dell’attore romano, funziona con un plurale nei punti favorevoli ed un singolare nei punti sfavorevoli. Di più non dico, perché non è il massimo della delicatezza.

Quindi cari Conte e Casalino, se sarete così gentili da leggermi: ricordatevi che il cabaret funziona e rimane impresso nella mente di chi vi guarda e poi si dirà di voi:” Almeno con loro si rideva!”. Pensateci, sarete popolari e amati nel futuro.

Poi se quel numero di Proietti lo ritenete inadatto, volgare e inutile, ditemelo che vi consiglio qualcosa di diverso. Magari un monologo alla Maccio Capatonda o una canzone alla Checco Zalone.

Ps: Ciao Sean.

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