Memoria, Volume I

a cura di Valerio Ceccarelli –

Tradizionalmente, si suole individuare nel rapporto tra Neoclassicismo e Impressionismo un’antitesi stilistica e ideale. Il Neoclassicismo si intende come logica conseguenza sulle arti del pensiero illuminista che tende, quindi, ad esaltare la razionalità e la ricerca di una perfezione ideale; l’Impressionismo , d’altro canto, privilegia la spontaneità artistica: l’arte come rappresentazione delle sensazioni.

(Degas, “Giovani spartani che si esercitano”)
(Degas, “Giovani spartani che si esercitano”)

Degas era impressionista. Dell’Impressionismo condivise l’idea dell’attimo quale fulcro ed oggetto della creazione artistica, eppure qualcosa lo allontana dal linguaggio leggero di Renoir, dalle aeree dissolvenze di Monet. Alla mimesi con una natura che condusse altri artisti alla pittura en plein air onde rendere l’istante di una rivelazione nel presente, egli sostituì la ricerca dell’impressione nella memoria. Alla spontaneità sostituì la rielaborazione, che diviene riflessione, quindi, ricostruzione. Ricostruzione postula tuttavia scomposizione, da cui la carica innovativa dell’artista.

Nell’opera Giovani spartani che si esercitano” si coglie l’enfasi della memoria addirittura in un’ambientazione storica. Se ne ammira la costruzione attraverso forme, i forti contorni che allontanano Degas dai più basilari dettami dell’impressionismo. Le figure sembrano esistere in autonomia dal proprio ambiente, ciascuna un concetto, un’emozione, un’impressione filtrata, cristallizzata, mai un flusso. Le ragazze, nella Sparta antica allenate al combattimento, ostentano sfida nei confronti dei guerrieri, più ritrosi. È sul soggetto femminile che l’attenzione di Degas si focalizza cogliendolo nell’atto, nell’attimo dell’invito, dell’offerta.

(Jacques-Louis David, “Il giuramento degli Orazi”)
(Jacques-Louis David, “Il giuramento degli Orazi”)

La vicinanza che si coglie con l’opera di David (quale altro impressionista poteva essere paragonato con un neoclassico?) delinea una similitudine nelle posizioni tra i soggetti femminili dell’uno ed i tre guerrieri dell’altro, traghettando nelle pose delle prime la carica eroica dei secondi, in fondo anch’essi colti in un istante, l’attimo sacro del giuramento

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