Sindacati: bella (e) ciao

A cura di Antonio Di Ciommo 

Sfatiamo qualche mito sulla riforma della scuola: dai finanziamenti dei privati alle chiamate dirette, dal superpreside agli istituti dei ricchi.

Grazie al Cielo, la riforma della scuola è diventata legge e già gli insegnanti rossi vogliono organizzare un comitato promotore per un referendum abrogativo. Ormai la frattura tra vecchio sistema scolastico, intriso di sindacalismo di bassa lega e nuovo sistema, molto più liberale e teoricamente efficiente, si è consumata. Questo articolo lo sto buttando giù dopo varie polemiche con i miei vecchi insegnanti e compagni di scuola (per quanto la parola “compagno” mi faccia venire da sempre il voltastomaco) che mi hanno sempre tacciato di essere antidemocratico, fascista, eccetera… Ora, per quanto in parte minima questo possa essere vero, non vorrei, però, che la democrazia che essi intendono sia fatta e rappresentata dai sindacati, peso morto, ormai, per tutta la società che sta cambiando e che non è più ferma agli anni della contestazione. Da sempre i sindacati sono stati responsabili del decadimento del nostro tessuto sociale, economico e politico, essi parlano da sempre di soli diritti, mai di doveri, parlano di diritto al lavoro e del lavoro non presentano il suo carattere speculare di dovere, parlano di diritto alla libertà di pensiero, ma non parlano mai del dovere di porre quel pensiero in maniera corretta ed inequivocabile, parlano di diritto alla libertà di insegnamento, ma mai del dovere degli insegnanti di fare il loro lavoro seguendo ciò che dicono i programmi ministeriali, parlano di diritto allo studio, ma non parlano mai di dovere dello studente, una volta che sia tale, allo studio.
Troppo spesso ho incontrato insegnati che svolgevano l’insegnamento come seconda professione e venivano in classe a prendere lo stipendio, insegnanti che sotto elezioni facevano politica o che, peggio, candidandosi, chiedevano agli studenti maggiorenni di votare per questi, insegnanti che, infine, erano ben più ignoranti dei propri alunni. La chiamata diretta degli insegnanti da parte di un preside spazzerebbe via tutte queste categorie di insegnanti-parassiti, bisogna comprendere che la sola anzianità nella scuola non è e non può essere un criterio sufficiente a selezionare i migliori insegnanti o ad indicarne altrettanti, il giusto criterio sarebbe prendere in considerazione, oltre all’esperienza nella scuola, anche il CV di un insegnante, come in una università, in cui i professori associati sono scelti in base alle loro esperienze formative e didattiche, non solo in base alla loro esperienza come insegnanti.
Un ventennio fa fu introdotto un concetto fondamentale ed importantissimo per il sistema scuola, quello dell’autonomia scolastica, concetto che realmente è stato solo ora realizzato con il decentramento dai singoli uffici scolastici ai presidi di molti poteri amministrativi verso le proprie istituzioni scolastiche (si pensi alla già citata chiamata diretta); pensate, finalmente la scuola non deve aspettare mesi e mesi, inviare tonnellate di raccomandate, per attuare piccoli interventi di manutenzione, progetti, recuperi per gli studenti claudicanti in varie materie, tante cose che, a mia memoria, richiedevano un doloroso calvario burocratico. Mi chiedo, perché dire di no a cose simili? Ma aspettate che il peggio deve ancora arrivare…
Si è parlato di un fatto indecente, una gran porcata, l’introduzione del fund raising della scuola presso privati. Finalmente, dicono taluni, i finanziamenti privati possono andare a sopperire alle mancanze di bilancio delle scuole, possono permettere a tutti gli istituti di poter andare avanti come dovrebbero; secondo altri, invece, ci ritroveremo le scuole sponsorizzate, magari scuole la cui intitolazione può mutare con la società o il grande magnate che le finanzia (cosa impossibile, oltretutto), scuole che ai figli di genitori che finanzieranno abbuoneranno 10, magari anche 11 e 12, in pagella. Si sono dette le peggiori ignominie e falsità su queste cose, come sull’introduzione del finanziamento privato alle istituzioni culturali e museali (su cui si modella quello sulla scuola), senza sapere che soprattutto nelle piccole realtà come la mia, i finanziamenti che potrebbero arrivare dalle piccole imprese della zona farebbero sì che istituti specialistici come gli istituti agrari od industriali possano formare al meglio i lavoratori di cui queste imprese hanno necessità, sarebbe una opportunità che, come tante altre, i sindacati, gli insegnanti e gli alunni rossi, anarco-comunisti, anticapitalisti e varie altre scempiaggini, ci vorrebbero far buttare via rendendoci colpevoli di aver lasciato ancora il cappio di bilancio attorno al collo delle scuole.
Insomma, sindacati, con grande soddisfazione posso affermare di nuovo che siete stati sconfitti, a voi, finchè non applicate un minimo di raziocinio e buonsenso sarò sempre ostile, memore di ciò che la Baronessa Thatcher pensava dei sindacati dei minatori inglesi: I sindacati furono creati per proteggere i lavoratori, ora sono loro il nemico poiché scioperando e protestando senza voler capire alcunchè di ciò che il governo vuole fare per mantenere l’economia produttiva e i lavoratori a svolgere il proprio dovere, impediscono a costoro di lavorare impedendogli di portare a casa il proprio stipendio e, quindi, di nutrire la propria famiglia.

Bella sindacà, ciao, se vedemo alla prossima!

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