Middle East Wars: Episodio V – L’Impero colpisce ancora

di Marco Romolo-

No, non è guerre stellari. Selim I, sultano turco detto “Yavuz” “il crudele”. Cinquecento anni fa, precisamente nel 1512, questo signore diviene capo del potente e bellicoso impero turco, lo stesso che aveva provocato sessant’anni prima la conquista di Costantinopoli ed il definitivo tramonto dell’Impero Romano d’Oriente.

Erdogan divenne primo ministro nel 2003

Subito dopo la sua ascesa al trono, egli intende intraprendere una politica improntata all’espansione territoriale ma per fare ciò ha bisogno di rafforzare il proprio potere interno. Dopo aver sconfitto un esercito ribelle pone fine alla guerra civile ordinando l’esecuzione dei capi avversari e, per stare ancor più tranquillo, anche dei suoi parenti. Così vengono messi a morte i suoi fratelli, i nipoti e finanche i suoi stessi figli, tranne quello che aveva designato come suo successore, ovvero Solimano detto più tardi “Il Magnifico”.

Fallito colpo di stato dell’esercito per deporre Erdogan, luglio 2016
Purghe, esecuzioni ed incarceramenti di massa a seguito del “golpe”

Prima di dare inizio alle sue campagne espansionistiche Selim si assicura di non avere problemi dal mondo cristiano, per questo motivo rinnova le sue alleanze con le potenze europee le quali, ora come allora, tengono sempre d’occhio il Medio Oriente.

Accordo sui migranti UE-Turchia, marzo 2016

Una volta assicuratosi di non essere esposto da occidente comincia l’espansione. Così, dopo aver sconfitto i persiani Safavidi (Iran) ad oriente, si concentra a sud. Invade la Siria settentrionale dove affronta e sconfigge il sultanato dei Mamelucchi nella vittoriosa battaglia di Marj Dabiq. E così l’offensiva turca procede nel nord della Siria… riuscirà il sultano ad annettere altri territori all’Impero?

Invasione turca della Siria, ottobre 2019

Non incuriosisce il cospicuo numero di similarità intercorrenti tra eventi e personaggi distanti secoli? Forse Erdogan non passerà alla storia come “Il crudele” ma resta il fatto che la conoscenza della storia degli altri popoli, siano questi amici, alleati, nemici o neutri, permette di affrontare i problemi internazionali odierni con più efficacia, permettendoci a volte finanche di prevenire ciò che non vorremmo accadesse…

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