Elisabetta Cannavò

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Il nuovo Check Point Charlie: il Mediterraneo

Elisabetta Cannavò 9 Novembre 2019 Nessun commento

Nell’Ottobre 1961, momento culminante della crisi di Berlino, le due superpotenze, sovietica e statunitense, si fronteggiarono in modo ostile al Checkpoint Charlie, facendo temere per

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“Ronald Coese: un bilancio a dieci anni dalla mo “Ronald Coese: un bilancio a dieci anni dalla morte”
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Un primo appuntamento di un percorso con l'ex giudice costituzionale Sabino Cassese nell'analisi di alcuni dei principali termini della nostra Costituzione.
Oggi una rappresentanza della nostra Redazione è Oggi una rappresentanza della nostra Redazione è stata presente presso il Campus di Viale Pola per accogliere i nuovi iscritti.
Se tu vuoi qualche informazione in più su Iuris Prudentes non esitare a scriverci! ⚖️💙
Finalmente TEDxLuiss! Quando: il 3 maggio 2023, or Finalmente TEDxLuiss!
Quando: il 3 maggio 2023, ore 10:00
Dove: Aula Magna Mario Arcelli, Campus Luiss Viale Pola 
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La transizione ecologica rappresenta una delle sfide più significative della nostra epoca: un sistema per contrastare il cambiamento climatico ed assicurare alle prossime generazioni un futuro più sostenibile in un pianeta quasi irrimediabilmente compromesso.
Con l’espressione “transizione ecologica” si intende un processo di graduale cambiamento finalizzato ad arginare sino ad inibire fenomeni considerati a lungo termine dannosi per l’ecosistema. L’etimologia del termine ecologia deriva, infatti, dal greco “oìkos”, ovvero “casa”, sancendo l’indissolubile legame che unisce l’uomo con il pianeta Terra, che da sempre lo ospita e lo accudisce. La definizione di transizione ecologica si configura, difatti, come un nuovo modello economico – sociale, sviluppato per ridefinire il modo in cui le risorse vengono sfruttate per i molteplici scopi umani.
Le istituzioni nazionali ed internazionali stanno agendo e cooperando in una serie di interventi volti a raggiungere la neutralità climatica e combattere il degrado ambientale. Nel 2015, le Nazioni Unite hanno adottato “L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”: un progetto condiviso per la pace e la prosperità del pianeta, incentrato sui “17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”. Questi ultimi tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale ed ecologica) e tutti i paesi membri dell’ONU sono tenuti a realizzarli entro il 2030.
✍️ di Chiara La Rocca @____klar 💻 Leggi ✍️ di Chiara La Rocca 
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La notte tra il 5 e il 6 febbraio, è stata “l bel paese / ch’Appennin parte, e ’l mar circonda e l’Alpe” (Canzoniere, CXLVI), “Del bel paese là dove ‘l sì sona” (Inferno, XXXIII,80); sono questi i versi di Dante e di Petrarca che hanno coniato il mito dell’Italia quale “bel paese”, infatti, in questo è possibile trovare, in poche centinaia di chilometri, meraviglie di ogni genere.
 
L’Italia è infatti disseminata di borghi accoglienti dove la tradizione si fonde con il presente. In questi, è possibile udire ancora i dialetti passeggiando per i vicoli e sentire i profumi provenienti dalle cucine delle nonne, sembra riecheggino le storie di coloro che li hanno abitati.
 
Nel corso degli anni passati, però, la popolazione ha “trascurato” questi luoghi trasferendosi nelle città alla ricerca di migliori opportunità lavorative. È proprio questo il fenomeno storico che viene descritto tra le strofe del “Ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano.
 
Negli ultimi tempi, grazie ad iniziative proposte da varie associazioni, come quella dei “borghi più belli d’Italia”, è nata nella popolazione la volontà di riqualificare il patrimonio architettonico dei borghi italiani e rilanciarne le prospettive sia a livello abitativo che turistico, al fine di incentivare il ripopolamento di luoghi di grande suggestione ormai abbandonati.
 
Credo che il tema del ripopolamento dei piccoli comuni italiani sia di fondamentale importanza e, da giovane della “nuova generazione”, ho voluto intervistare una personalità esperta in materia, il Direttore People&Culture Francesco Maria Spanò, per poter comprendere sia come si è arrivati a tale sostanziale diminuzione demografica sia quali possono essere i mezzi per riportare i borghi italiani a contare un modesto numero di residenti, come in passato.
 
Dalla rivoluzione industriale in poi le città sono iniziate a sorgere laddove la domanda di lavoro risultava maggiore, comportando la nascita del fenomeno dell’urbanesimo con la conseguente riduzione della popolazione di interi paesi.
✍️ di Enrica Vacca @enrica.vacca 💻 Leggi ✍️ di Enrica Vacca
@enrica.vacca 
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Il turismo di massa (c.d. overtourism) vede le sue origini nella seconda metà del XIX secolo, quando l’imprenditore inglese Thomas Cook, approfittando della rete ferroviaria in rapida espansione in Europa, fonda una società che può essere considerata la prima agenzia turistica. Lo scopo di quest’ultima è offrire, a prezzi accessibili al grande pubblico, non solo escursioni e gite giornaliere, ma anche vacanze più lunghe in Europa continentale, India, Asia e nell'emisfero occidentale. Nel 1890 la Thomas Cook & Son conta 20 000 viaggiatori all'anno.
 
Ad oggi, possiamo constatare che le persone che si muovono nel mondo sono più di 1,4 miliardi ogni anno, ma l’Organizzazione mondiale del turismo stima che nel 2030 il flusso internazionale di turisti supererà i 2 miliardi.
Tra le prime dieci mete preferite dai visitatori, ci sono*:
Francia 89 milioni di arrivi internazionali
Spagna 84 milioni di arrivi internazionali
USA 79 milioni di arrivi internazionali
Cina 66 milioni di arrivi internazionali
Italia 65 milioni di arrivi internazionali
Turchia 51 milioni di arrivi internazionali
Messico 45 milioni di arrivi internazionali
Germania / Thailandia 40 milioni di arrivi internazionali
Regno Unito 39 milioni di arrivi internazionali
*(dati aggiornati al 2023)
 
La vasta portata di persone che il turismo mobilita negli ultimi anni, causa gravi ripercussioni sulla popolazione locale e sull'ambiente.
Tra le problematiche ambientali che possiamo menzionare, c’è lo spreco di acqua (risorsa naturalmente scarsa in alcune mete calde) da parte di grandi complessi alberghieri, a scapito delle popolazioni locali. In media nelle regioni tropicali, vengono consumati 27 litri di acqua al giorno per abitante contro 100 litri al giorno per turista. Inoltre, in riva al mare, l'acqua viene spesso pompata direttamente dalla falda freatica, il che causa cedimenti del suolo e infiltrazioni di sabbia, la quale va a riempire i vuoti sotterranei formati. Pertanto, le spiagge colpite da tale fenomeno tendono a scomparire.
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