Se ne siete convinti.

A cura di Leonardo Esposito-

Mentre torno a casa dopo la disastrosa finale di ieri sera, chino il capo (oltre che per nascondere un po’ di sportiva mestizia) per controllare qualche notifica. Tra molti sfottò (letto e riletto) e la strenua difesa di qualche ultras dell’ultim’ora, mi blocco davanti a due semplici parole: “feriti a Torino”. I polpastrelli galoppano su Twitter sperando nel male minore, se così si può dire: 1527 feriti, tre gravi. Qualcosa che non si sentiva dalla notte dell’Heysel.

Ora, lungi da me mettermi a discutere sulla questione logistico-organizzativa del collocamento degli spettatori, non ne ho le competenze e non è questo il punto. Così come non mi interessa le ragioni di quei simpaticoni che hanno dato adito al procurato allarme (o almeno così pare). Ciò che mi preme, e spero veramente di sbagliarmi, è che la sicurezza che tanto ostentiamo sia solo una (pur necessaria) facciata, da ergere contro lo spettro del terrorismo per trovare una sicurezza in noi stessi che forse non abbiamo.

“Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano vero”, sentenziava Cesare, eppure io tutta questa fiducia che quotidianamente viene esibita davvero non la sento tra la gente. E prima che mi diate dello psicologo delle masse, guardatevi intorno e ricordate che, nonostante la nostra ostentata sicurezza: Salvini pontifica su immigrati e terroristi con un ardore che pagherei per avere nello studio, e ci sono dei luminari che gli danno pure credito; qualche settimana fa abbiamo persino acceso dei ceri per veder vincere Macròn alle presidenziali francesi, pur di non vedere all’Eliseo qualcuno che il terrorismo lo affrontasse nella peggiore delle maniere; e per carità non fatemi parlare del lampadato Trump, prima di affossarmi con i cliché.

Ostentiamo, scherniamo, sdrammatizziamo. Quotidianamente proviamo a farci beffe di quei brutti ceffi che vogliono esportare nel mondo il loro odioso look total black misto odio e terrore. E facciamo bene: dobbiamo continuare, con più forza che mai. Ma ragazzi, se un qualche ubriaco fa del (mal)sano baccano in piazza e mille e cinquecento persone restano ferite pensando ad un nuovo Bataclàn, forse dobbiamo sederci a un tavolino, guardaci in faccia, e rivedere le nostre convinzioni.

Perché possiamo fare i duri quanto vogliamo, ma se almeno un minimo non ne siamo convinti facciamo veramente poca strada. Oppure questo è mero pessimismo, io sono solo un tifoso frustrato, e stasera vedo tutto attraverso un tetro filtro (bianco)nero.

 

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