Una crociata in Iraq può salvare l’Ucraina (?)

a cura di Antonio Di Ciommo

 

I venti di guerra si fanno sempre più forti sia in Medio – Oriente sia in Europa. L’ISIS sempre più minacciosa sarà lo stimolo necessario a trovare una soluzione diplomatica in Ucraina ed a costituire finalmente veramente paneuropea?

È da quasi un anno che la rivolta in Ucraina – e la conseguente crisi NATO-Russia – è cominciata ed è da quasi un anno che l’Unione Europea, l’organizzazione estera maggiormente coinvolta in questa situazione, compie velocissimi e coerentissimi passi da lumaca per sciogliere questo garbuglio che, ormai da tempo, ci opprime ed attanaglia. La situazione, per quanto diversa, ricorda tantissimo quella che, agli occhi dei cittadini europei, si presentava il primo settembre del 1939, quando la Germania del Führer dava inizio alla Seconda Guerra mondiale; nel 1939 Hitler porta a termine il suo progetto di distruzione dell’”appeasement” tanto voluto dal tanto fallimentare Prime Minister, Neville Chamberlain. Dobbiamo stare attentissimi a un dettaglio: come nel 1939 Hitler iniziò la realizzazione del suo progetto di distruzione, non grazie alla sua abilità, indubbia, certo, ma, piuttosto, grazieagli errori di tutti gli altri Stati che, in quel momento, erano oppositori del Nazismo e che tanto hanno contribuito al definitivo scoppio della Guerra, così il neo Zar di tutte le Russie, Vladimir Putin, sta approfittando del nostro lento e incerto claudicare per risolvere velocemente ed a suo favore la situazione in Ucraina. La domanda che ci si dovrebbe porre, in questa situazione, è: com’è possibile che quella che, in teoria, dovrebbe essere la terza superpotenza mondiale si autoescluda da una situazione così delicata e che la riguarda da così vicino? Come possiamo noi, cittadini europei, permettere tutto ciò?La risposta che dobbiamo dare la ritroveremo nel modo in cui tutta la politica estera europea è stata malcondotta e malgestita negli ultimi venti anni, poiché siamo sempre caduti in una spirale di autolesionismo, che è quasi genetico in tutte le popolazioni europee (in primo luogo, nella popolazione italiana); autolesionismo che ci ha portato ad essere, da sempre, schizofrenici nel gestire il sistema di governo e, soprattutto, diplomatico di tutta la Comunità Europea. Certamente la situazione è delicatissima, vi è il rischio che la guerra possa, da civile, diventare mondiale, che il conflitto si possa estendere ai paesi confinanti; insomma, in questa crisi sono in ballo il destino stesso per l’unità e la coesione politica di tutta l’unione europea e, non meno importante, la sua sopravvivenza energetica, perché i rubinetti del metano si trovano in quei territori dilaniati. Ora, però,ci si para innanzi ai nostri occhi un ulteriore spettro, uno spettro risvegliatosi dopo tre anni di sonnambulismo, uno spettro che provoca in tutto il mondo civilizzato orrore, sdegno e rabbia; il suo nome è IslamicState of Iraq and Siria, meglio noto come ISIS. Grazie – si fa per dire – a questo terribile progetto integralista e terrorista di Al-Baghdadi, fantomatico capo di stato (e qui le minuscole sono volutamente lasciate come tali), il mondo occidentale e quello islamico moderato si stanno coalizzando, per la prima volta, contro questa seria minaccia mondiale, la quale ha avuto la capacità di ricreare un clima che ricorda quello della partenza dei crociati verso la Terra Santa, un clima che, alla base, potrebbe contribuire a risolvere, a vantaggio di tutti (Russia, Nato e UE, in primis), la situazione ucraina.Se ci si sofferma, anche per pochi minuti, a riflettere su questo punto, ci si può accorgere subito del fatto che la soluzione della crisi tra Bruxelles e Washington da un lato e Mosca dall’altro, si troverà a Baghdad, nel caso in cui tutto il mondo occidentale e medio – orientale dichiari una guerra unanime contro l’ISIS con Russia, USA e Unione Europea a capeggiare la coalizione anti – integralista. Una prospettiva del genere potrebbe essere, per quanto terribile e spaventosa, la soluzione finale alle tante crisi che negli anni post – bellici sono nate tra mondo occidentale e mondo islamico; situazioni come in Iran, il quale, di recente, ha offerto aiuto agli Stati Uniti in caso di guerra in Iraq, come in Palestina, come in Kurdistan, Libia e tantissime altre tragedie politiche, sociali, economiche e diplomatiche. Abbiamo un barlume di speranza? Sì. Dobbiamo prepararci ad una Guerra? Sì.  Sicuramente l’eventuale alleanza tra Russia, USA e UE sarà instabile, delicata, fragile, ma sarà necessaria per tutelare le popolazioni di almeno tre continenti: Europa e Asia in primis, America e Africa in seguito. Sarà necessaria grande lungimiranza, soprattutto nel rinunciare alle reciproche recriminazioni che ultimamente la Russia scambia con gli USA – con l’Europa sullo sfondo, ferma come una statua di sale –. Ci sarà bisogno di enormi capacità diplomatiche da parte di tutta la coalizione, ma, secondo una logica strettamente geopolitica, il tutto sarà necessario per la realizzazione definitiva e, finalmente, stabile della Pace in tutta la regione Medio – Orientale e nell’Europa dell’Est la quale noi tutti, nelle nostre coscienze e nel nostro profondo, sentiamo come giusta e necessaria, perché sarebbe la vera realizzazione del progetto di tutela della Pace tra le nazioni che, nel 1945, prese il nome di Organizzazione delle Nazioni Unite.

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