a cura di Ermanno Zanolini –
Roma è l’esempio di ciò che accade quando i monumenti di una città durano troppo a lungo. Li si dimentica. Chi vive a Roma dopo un po’ di
tempo non si accorge più delle sue bellezze, per poi trovarla più grandiosa e meravigliosa quando torna. Il primo anno di università si andava sempre in centro, ci si imbeveva di quella enormità che nessuna città di provincia riesce a regalarti. Piazza di Spagna la si attraversava sempre, perché Piazza di Spagna è sempre Piazza di Spagna e perché ci piaceva piazzarsi davanti alle vetrine di Via dei Condotti ad ammirare cose che, probabilmente, non compreremo mai. Il primo anno quella “Barcaccia” non la si vedeva mai, passavo i sabati ma quella barchetta rimava sempre nascosta. Il secondo anno di università al centro ci si andava meno e la barchetta non la si vedeva ancora. Poi inizia il terzo anno e si sa, le svolte prima o poi arrivano. Attraverso piazza di Spagna, ma sono spiazzato: è sicuro che è Piazza di Spagna questa? L’atmosfera è diversa,i bambini corrono in mezzo alla piazza e la gente i “selfie” non se li spara più sotto la scala. Poi la vedo. La “Barcaccia” era lì, illuminata dal sole,ed era bella,bella come non mai. Era la prima volta che la vedevo, eppure non mi ricordavo come fosse piazza di Spagna fino ad allora,se c’era mai stata una Piazza di Spagna prima e diversa da allora. Ed ora pensare che la Fontana della “Barcaccia”, la barchetta di Roma, la barcona dei desideri sia danneggiata, distrutta, colorata da lattine e da sciarpe di squadre che non conosco mi fa ritornare al passato, a quella Piazza di Spagna che tutto sommato non mi piaceva. Chissà come sarà Piazza di Spagna il quarto e il quinto anno di università; chissà se gli olandesi pagheranno tutti i danni; chissà se in Europa per la prima volta gli “italiani” saranno qualcun altro. Io tutto questo non lo so. Ma a me Piazza di Spagna con la Barcaccia piaceva. Piaceva proprio assai.