Gianluca Di Marzio, una vita tra pallone e giornalismo.

a cura di Luca D’Antuono – 

Conosco e conosciamo tutti bene la sua grande passione per il calcio ed in particolare per il suo grande lavoro come esperto di calcio mercato:Signore e, soprattutto, signori lui è Gianluca Di Marzio; come studente di giurisprudenza, aspirante giornalista nonché grande tifoso di calcio, per cominciare mi premeva scoprire la sua carriera e svelarvi il suo lato di Giornalista, quello che pensa a telecamere spente e qualche assaggio del suo lavoro e, perché no, qualche consiglio per chi, come me, in fondo a quel cassetto di sogni e desideri nasconde la voglia di diventare giornalista sportivo. Perciò non perdo tempo, ecco a voi Gianluca;

Cosa ti ha spinto a fare questa nobile professione? Innata passione? Caso? Tradizione familiare?
Sicuramente il fatto che mio padre abbia fatto l’allenatore mi ha avvicinato sin da piccolo al mondo del pallone e, se mi voglio attribuire un merito, questo sta nel fatto di avere preso coscienza dei miei mezzi calcistici limitati sin da subito spingendomi dall’altra parte delle telecamere. Quindi, il poter comunque entrare negli spogliatoi, essere a conoscenza dei segreti interni alla squadra, vivere la partita della domenica da privilegiato ha contribuito a farmi appassionare a questo mondo, portandomi a cominciare a scrivere e parlare di calcio. Addirittura l’altro giorno mi è capitato di ritrovare a casa un tema che avevo composto alle elementari nel quale mi si chiedeva di raccontare un eventi sportivo e, rileggendolo, mi sembrava una telecronaca di oggi, quindi forse ce l’avevo nel sangue! Quindi, ripeto, forse sono stato bravo e fortunato a capire sin da subito che non avrei giocato a pallone ma avrei dovuto parlare di pallone, una cosa che mi si addiceva molto meglio.
Durante questi lunghi anni di carriera sono curioso di sapere quali sono le cose più gratificanti di questo mestiere?
La cosa più gratificante è sicuramente l’adrenalina delle notizia: riuscire ad arrivare prima su uno scoop, questo soprattutto quando si parla di calcio mercato, come nel 2013 quando annunciai in anteprima il clamoroso passaggio di panchina di Guardiola dal Barca al Bayern Monaco, ma trasmettere emozioni a chi ti ascolta e guarda, creare del trasporto e delle vibrazioni, coinvolgere il telespettatore quando ti trovi invece in telecronaca. Ecco, queste le cose più belle nei due settori in cui sono specializzato, e forse addirittura il calcio-mercato è rimasto l’unico settore in cui si possono provare ancora queste belle sensazioni!
Come è cominciata la carriera? Da dove è partito il giovane Gianluca, subito dalla tv?
Io ho cominciato a livello locale, a Padova, scrivendo una rubrica su giornalino che davano allo stadio ed attraverso questo sono stato invitato come ospite in una trasmissione di una emittente locale, condotta da donne (infatti si chiamava “Le Galline Padovane”, dal simbolo del Padova Calcio) per parlare di calcio. Evidentemente non ero così male di fronte alla telecamera e l’editore di questa emittente mi chiese se volessi condurre io una trasmissione sul Padova, così all’età di 20 anni cominciai a condurre una mia trasmissione sul Padova. Da li poi è proseguito questa sorta di climax ascendente che mi ha portato ad un’altra TV locale Veneta Telenuovo, ma con una struttura già più organizzata, a cui devo molto e nelle quale ho passato ben dieci anni, tra telecronache, interviste facendo tanta esperienza con la telecamera, fino al 2004 quando sono entrato a Sky che cominciava ad assumere cercando gente proprio dalle TV locali, quindi dopo pochi mesi firmai un contratto a tempo indeterminato con l’azienda di Murdoch. Se ho imparato qualcosa e se posso quindi dare qualche consiglio, questo è sicuramente fare tanta esperienza a livello locale, che può dare molto di più di scuole di giornalismo o master, il lavoro sul campo mi ha permesso di entrare a Sky già pronto.
Oltre ad essere un tuo ammiratore, sono un tuo Follower su qualunque piattaforma social, ed ho anche scaricato la tua personalissima App. Quanto aiuta nel mestiere di giornalista essere social-addicted, e quanto il giornalismo in sé, sta cambiando a causa dei social media?
Beh è ovvio a tutti che il flusso di notizie che c’è oggi è fin troppo rapido e permette di agevolare innanzitutto noi che possiamo in ogni momento aggiornare il pubblico sui risvolti di qualunque vicenda, ma soprattutto rende il pubblico più attivo e partecipe grazie agli strumenti delle piattaforme sociali appunto, tali da tenere le persone aggiornate al secondo addirittura. Ovviamente questo ha un prezzo, quello della lenta e agonizzante scomparsa della carta stampata, che però, forse con un po’ di ritardo sta correndo ai ripari: oggi tutte la grandi testate hanno domini web ricchissimi ed alcuni, come di recente la Gazzetta dello Sport, stanno implementando una webTV.
Adesso, veniamo agli argomenti che forse risultano più interessanti. Immagino sia emozionante essere il guru del calcio mercato, avere in anteprima retroscena societari, sapere tutti i trasferimenti, dettagli segreti da svelare ai tifosi di tutto il mondo e perché no venire a contatto con i procuratori!
 A proposito di procuratori, che tipo di persrsonaggi sono? Sono davvero così subdoli e avidi? Quanto potere esercitano su un calciatore? E soprattutto quanto è cambiato, perché è oggettivamente cambiato, il mondo del calcio e il mercato in particolare da quando sono così influenti?
I procuratori hanno inciso tantissimo nel mondo del calcio ed il loro peso non fa altro che crescere. Addirittura, alcuni procuratori oggi prendono il posto dei direttori sportivi, perché con questi ultimi quasi in via di estinzione i presidenti delle varie società preferiscono interfacciarsi direttamente con i procuratori per scovare affari di mercato, fidandosi delle loro esperienza talvolta senza seguire direttamente il calciatore senza valutarlo settimana dopo settimana, ma lo acquistano ugualmente perché magari lo stesso agente li ha fatto fare ottime operazioni in passato. Oltre però che, come abbiamo visto, cambiata da un punto di vista formale è cambiata anche da un punto di vista sostanziale e normativo questa figura, in quanto esistono oggi dei procuratori alla Jorge Mendes (tra i cui assistiti compaiono due nomi a caso: Cristiano Ronaldo e Jose Mourinho) che sono proprietari dei cartellini dei giocatori, ciò grazie all’esistenza dei famosi fondi di investimento, che oggi fortunatamente la FIFA a vietato, anche se questa lobby si sta già muovendo per cercare di eludere questo sistema, facendo acquistare i loro calciatori a società ricche che militano in campionati minori di paesi poco competitivi che poi girano in prestito, come Lestienne ed M’Pokou familiari al calcio italiano. Per ciò che concerne invece l’influenza che hanno sui proprio assistiti, dipende lì molto semplicemente dal carattere del calciatore, se ha gli attributi o si fa imporre le decisioni, oggi però sento sempre meno calciatori che dicono “preferisco quelle squadra rispetto a questa” ma si affidano sempre più al procuratore.
Io sono tifoso milanista e come tale, oltre a essere molto triste in questo periodo! dal 25 febbraio 2012 porto avanti una battaglia per l’introduzione della tecnologia nel calcio perché da quel giorno, nel momento stesso in cui non fu assegnato un gol a Muntari, sulla cui regolarità è anche superfluo discutere, il mondo intero del calcio e la serie A soprattutto è rimasta quasi scioccata, e dal giorno successivo ha cominciata a sentire la necessità di adoperare questi mezzi tecnici. Perciò mi rivolgo a te come esperto prima che appassionato di calcio, in Italia è auspicabile che ciò si possa fare? In quanto tempo e con quali modalità?
Non si può, si deve. L’esempio che hai citato tu è di 3 anni fa ed in questi tre anni altri campionati, la Bundesliga la Premier sono arrivati prima di noi, quindi avevamo avuto la possibilità subito di intervenire, ma come da tradizione italiana arriviamo un po’ tardi però della prossima stagione come ha confermato il presidente federale Carlo Tavecchio verrà introdotta la gol-line technology che, come abbiamo potuto ammirare già ai Mondiali, è efficace ed ha un margine di errore infinitamente piccolo per esorcizzare almeno sulla questione della palle in rete inutili e sterili polemiche, e cosa più importante dare una mano all’arbitro. Altri ausili, quando faranno il loro ingresso “in campo” e se lo faranno spetta alla FIGC deciderlo, non a me. Vedremo…
Veniamo a a qualche domanda più comoda. È ovvio ormai che la serie A nnon è più il campionato più bello dello mondo anche se ci piace pensarlo, secondo te qual’è il campionato più bello è affascinante in questo mondo e perché?
La Premier League inglese, sicuramente! Ma per tanti fattori, questione di ritmo, di gioco, di stadi, per come sono costruiti questi ultimi soprattutto, non solo per il fatto che ci sono tanti campioni perché anche sfide di bassa classifica si rivelano avvincenti, ricche di gol e che ti tengono attaccato al televisore fino al triplice fischio, forse anche per l’equilibrio tra le varie compagini, il divario tecnico tattico non è così netto ed una dimostrazione ne sono le partite di Carling ed FA Cup dove squadre di terza divisone o dilettantistiche talvolta riescono a vincere contro le big di premier ed anche in caso di sconfitta comunque dal campo escono a testa alta. Chiudendo quindi c’è sicuramente un modo diverso di approcciare alle partite rispetto al nostro campionato in particolare.
Voglio chiudere caro Gianluca con qualche tua riflessione sul calcio mercato ovviamente! Perché le nostre squadre non investono più sui talenti nostrani come era un tempo, lasciando che siano altre grandi squadre a godere del loro talento? Vedi Immobbile al Borussia, Verratti al Psg e ultimamente pare si sia aperta una possibilità per Zaza al Tottenham. Dove va ricercato il problema? Quale logica cieca si nasconde dietro certe scelte societarie!
Preliminarmente diciamo che le dinamiche variano da un club all’altro, questo è chiaro, però la colpa di certe scelte va addossato a mio avviso a voi tifosi ed a noi giornalisti, mi spiego meglio: entrambi non danno tempo alle società di programmare il lavoro, concedendo pazientemente tempo a dirigenza e squadra per essere competitivi, chiedendo invece risultati immediati, vittorie e titoli, tanti e subito, costringendo quindi le società a far acquisti magari a parametro zero di giocatori con la carta d’identità in carta pecorita, piuttosto che giovani interessanti che però non hanno ancora la forza di dare continuità alle buone prestazioni o non hanno magari l’esperienza internazionale per affrontare le partite che contano, perciò facciamoci prima un esame di coscienza e cerchiamo di cambiare noi atteggiamento lasciando tempo ai club di programmare con calma e serenità, lavorare seriamente, e sono convinto che in breve tempo anche le nostre squadra torneranno ad imporsi.
Grazie mille, Gianluca. Ti rinnovo i miei complimenti per il tuo lavoro aspettando tante bombe di mercato, perché ormai lo sappiamo, È SEMPRE… CALCIOMERCATO! 
Avere il piacere di parlare con esperti ed addetti del settore di qualunque ambito essi siano, apre gli occhi e provoca sensazioni bellissime, ancor più se questi esperti sono propri idoli e il settore di competenza è il mondo del pallone. Tolte le curiosità superficiali e qualche gradito consiglio, rimane solo tanto amore per questo sport che oggi dalle tenebre della crisi può rinascere solo con la passione di uomini come lui e di noi tifosi, GRAZIE… #ilcalcioèdichiloama

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