Le marocchinate

A cura di Chiara Coppotelli –

Le quattro battaglie di Montecassino sono spesso ricordate per essere state una svolta fondamentale per il successivo assedio di Roma da parte degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono poco conosciuti, invece, altri fatti avvenuti in quelle stesse circostanze. Nel Gennaio del 1944 arrivarono in Ciociaria i goumiers, marocchini inseriti nel corpo di spedizione francese in Italia. Il capo della spedizione era il generale Alphonse Juin, il quale, alla vigilia di un attacco nel Maggio dello stesso anno, avrebbe dato il seguente ordine: « Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete. » Questo comando non fu mai confermato e la sola traduzione è pervenuta. I fatti, però, non lasciano molti dubbi su quanto accaduto. Le stime ufficiali riportano che nella provincia di Frosinone e di Latina, nelle famose cinquanta ore di libertà, furono stuprate 7000 donne, ma le vittime furono anche uomini, spesso bambini. Le denunce furono circa 20000, un numero ridotto, rispetto ai casi effettivamente verificatesi; considerando il pudore e la vergogna del gesto, molte vittime scelsero di tacere. Una grande percentuale di donne e uomini rimase affetta da malattie come la sifilide, molti furono i figli nati dai rapporti coatti, migliaia di omicidi effettuati ai danni di chi “osava” difendere l’onore delle donne, l’81% dei fabbricati distrutti, il 90% del bestiame sottratto, così come i gioielli e ogni altro tipo di bene materiale, evirazioni, cittadini impalati, bambini, uomini, sacerdoti ed anche animali sodomizzati. Non di meno queste persone furono emarginate dalla società, non ci furono mai atti di solidarietà, anzi molte donne vennero ripudiate e stentarono a trovare un marito ed un lavoro, molte furono quelle che non riuscirono a convivere con questo peso e decisero di suicidarsi.
Le città colpite, sono solo dei piccoli centri ma il ricordo delle stesse appare necessario, le principali furono: nella Provincia di Frosinone le cittadine di Esperia, Castro dei Volsci, Vallemaio, Sant’Apollinare, Ausonia, Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, San Giorgio a Liri, Coreno Ausonio, Morolo e Sgurgola, mentre nella Provincia di Latina le cittadine di Lenola, Campodimele, Spigno Saturnia, Formia, Terracina, San Felice Circeo, Roccagorga, Priverno, Maenza e Sezze.
Molte di queste furono insignite di medaglie d’oro o d’argento al merito civile, in concreto poco o nulla fu fatto. Dopo la guerra il corpo di spedizione francese riconobbe alle vittime un indennizzo che andava dalle 30 alle 150 mila lire a donna stuprata, tali somme vennero detratte dai danni di guerra dovuti dall’Italia alla Francia.
Basta un così esiguo indennizzo a ripagare un crimine di tale portata?
Lo statuto della Corte Penale Internazionale oggi cristallizza la definizione di crimini di guerra e di crimine contro l’ umanità ed entrambi affermano che la giurisdizione della corte si estende a: ”Stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale di analoga gravità.”
Ovviamente nello specifico caso la corte non avrebbe giurisdizione data la sua creazione in un momento successivo al 1944. Molti tribunali internazionali ad hoc sono stati istituiti nel tempo, ma per questo episodio non si è mai nemmeno pensato di farlo. Se la legge non parlò mai, ci pensarono la letteratura e il cinema a farlo. Alberto Moravia scrisse nel 1957 “ La Ciociara” e tre anni dopo Vittorio de Sica – nato e cresciuto a Sora, provincia di Frosinone- ne diresse un adattamento cinematografico. Sia nel romanzo che nella pellicola si racconta la storia di Cesira e Rosetta, madre e figlia che fuggono da Roma per rifugiarsi nella natia Ciociaria. Sulla strada di ritorno, pero’, le due donne vengono violentate da un gruppo di gourmiers e questo cambia la loro vita per sempre. Una vittima in un’intervista molti anni dopo disse: ” la vita…non era più legittima”.
Il sentimento di vergogna era al contrario, non del violentatore, ma della donna, rovesciamento fortemente deleterio per la diffusione della verità, verità ancora celata; l’ episodio di Montecassino è sconosciuto ai più, non è studiato a scuola né tantomeno se ne parla nei luoghi dell’accaduto. La scarsa memoria del nostro paese ci ha fatto dimenticare che i martiri e gli eroi della nostra terra sono anche quelli ignorati dallo Stato e dalla Giustizia.

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