SENATUS POPOLUSQUE ROMANUS

A cura di Giulia Midei-

Pater di tutte le istituzioni repubblicane, il Senato della Repubblica è la seconda assemblea legislativa del sistema politico italiano e, insieme alla Camera dei Deputati, costituisce il Parlamento tramite un sistema bicamerale perfetto per cui entrambe le camere svolgono, separate, le medesime funzioni. In base agli articoli 57 e 58 della Costituzione i senatori sono eletti su base regionale a suffragio universale diretto dagli elettori che hanno compiuto il venticinquesimo anno di età e sono eleggibili solo i cittadini che hanno superato i quarant’anni di età; accanto ad essi, ai sensi dell’articolo 59, siedono i senatori di diritto, cioè gli ex Presidenti della Repubblica, salvo rinunzia, e un massimo di cinque senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica per aver reso lustro alla Nazione per altissimi meriti nei campi sociale, scientifico, artistico e letterario. L’istituzione ad oggi ospita accanto alle cariche parlamentari ben novecento dipendenti organizzati in una vera e propria struttura tecnica accessibile tramite pubblico concorso, tra cui spicca, all’interno dell’Aula, il celebre operato degli stenografi, veri e propri professionisti diplomati nella brillante tecnica di scrittura manuale denominata proprio “stenografia”, che si attua secondo il “metodo Michela”, cioè tramite l’uso di segni convenzionali per l’abbreviazione di sillabe, parole o frasi, utilizzato fin dall’epoca dell’antica Grecia ai tempi di Senofonte. Facilmente accessibile al pubblico grazie a visite dal vivo, conferenze e dirette tv, la sede che ospita il Senato della Repubblica, sita nel cuore di Roma tra le splendide vie del centro, è una magnifica struttura del 1400 ampliata e ristrutturata nel tempo e precedentemente denominata “Palazzo de’ Medici”, poiché di proprietà della celebre famiglia fiorentina. Tuttavia, dopo la morte di Alessandro de’ Medici, figlio illegittimo di Papa Clemente VII, sua moglie, Margherita d’Austria, venne ad abitarvi stabilmente, e dal di lei soprannome nacque l’odierna denominazione: “Palazzo Madama”. Una delle sale più belle e imponenti del Senato è indubbiamente Sala Maccari, così chiamata in onore dell’artista che la adornò di soffitti intarsiati in oro, racchiudenti quattro medaglioni con figure allegoriche disposte intorno a un motivo centrale, simbolo dell’Italia, rappresentanti il commercio, l’agricoltura, le armi, le scienze e le arti, lungo il cui fregio corrono le toccanti frasi di Guicciardini e Machiavelli “Sei grande. Sii libera”. Le pareti invece ripercorrono i mitici episodi storici del Senato romano, affinché gli attuali senatori facciano tesoro, nell’esercizio delle proprie funzioni, degli esempi tramandati dal passato: a destra c’è Appio Claudio il Censore mentre viene condotto in Senato per esortare i Romani a non accettare le umilianti condizioni di pace imposte dall’ambasciatore Cinea, allegoria dell’eloquenza e della capacità di convincimento; sulla parete di fronte è descritto invece l’episodio di Marco Papirio, immobile sul suo scanno dinanzi all’invasione dei Galli, e quello dei Sanniti che tentano di indurre Curio Dentato a convincere il Senato a fare la pace, simbolo rispettivamente del coraggio e della lotta alla corruzione; sull’altro lato, ancora, è descritto il momento della partenza da Roma di Attilio Regolo, catturato dai Cartaginesi nella battaglia di Tunisi e inviato in patria per parlamentare sulla promessa di ritenersi prigioniero, metafora di fedeltà alla parola data; e infine, sull’ultima parete, c’è l’affresco più celebre della sala, quello raffigurante il grande Cicerone mentre pronuncia la sua requisitoria contro Catilina nel 63 a.C., che ascolta, isolato, dal proprio seggio, allegoria dell’arte oratoria. Proseguendo nella struttura, il Senato sembra non esaurire mai l’immenso bagaglio culturale di cui esso stesso si rende testimone per lo spettatore che, curioso e affascinato, si accinge a visitarlo, a partire da Sala Italia, Sala Risorgimento, Sala dello Struzzo e dall’Aula del Senato, adornata da quattro princìpi fondamentali iscritti nel soffitto: diritto, fortezza, concordia e giustizia. La visita al Senato è una vera esperienza formativa che contribuisce a foggiare cittadini attivi e consapevoli attori della propria vita e del Paese, un’occasione che promuove l’appartenenza e il rispetto per le Istituzioni della Repubblica per le quali gli uomini di ogni tempo si sono impegnati, ispirati dai princìpi fondanti della democrazia; e l’emozione unica e irripetibile provata nel risiedere sulle poltrone della sovranità che ci appartiene permette di assaporare la giustizia e la libertà che ci devono eternamente guidare per fare il bene della nostra grande Italia.

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