Il 2 febbraio 2007 hanno ucciso l’ispettore Raciti e la passione per il calcio.

A cura di Osvaldo Vetere-
Il 2\2\2007 si disputò nella massima serie, dopo ben 64 anni,  il derby di Sicilia: Catania contro Palermo; non una partita come le altre, ma uno dei derby più sentiti nel panorama calcistico nazionale.
Pochi ricorderanno il risultato finale, ma ciò che avvenne nel post partita è ben impresso nella mente di molti: in seguito agli scontri tra i tifosi locali e la polizia perse la vita l’ispettore Filippo Raciti.
Il 2 febbraio 2007 è stata distrutta una famiglia, rovinata la vita di due ragazzi- di cui uno all’epoca dei fatti ancora minorenne- e infangata un’intera città.
Molti ancora oggi sono i dubbi su ciò che accadde quella tragica notte: i due ragazzi in questione, Antonino Speziale e Daniele Micale, furono condannati per omicidio preterintenzionale in via definitiva; successivamente emersero prove dalle videocamere di sorveglianza del “Massimino” e dalle perizie dei tecnici che la morte del compianto ispettore non sarebbe da attribuire ai due ragazzi catanesi bensì ad un errore dei suoi stessi colleghi: una camionetta della polizia in retromarcia gli avrebbe schiacciato il torace cagionandone la morte.
 Il 7 febbraio 2014 il procuratore generale Luigi Riello accolse il ricorso di Antonino Speziale per la revisione del processo ma lo stesso ricorso venne poi rigettato dalla Corte di Cassazione, in quanto dichiarato inammissibile.
Nei mesi successivi in tutti gli stadi d’Italia ma non solo campeggiavano magliette e striscioni con il noto slogan “SPEZIALE LIBERO”, ma il processo non fu riaperto e la verità non venne mai a galla.
Quella maledetta notte hanno ucciso l’ispettore Raciti, hanno distrutto la vita di due (forse innocenti) ragazzi, e hanno ucciso il tifo in Italia. 
La lotta agli Ultras fu asprissima. 
L’allora Ministro degli Interni Maroni introdusse una serie di divieti e misure restrittive volte a reprimere il movimento: iniziarono a vietare le trasferte, furono introdotti i tornelli, le recinsioni, la tessera del tifoso, il Daspo e il cosiddetto “art. 9”. 
L’obiettivo di suddette misure era allontanare i “delinquenti” e riportare le famiglie allo stadio; il risultato fu lo svuotamento degli stessi: sono riusciti a realizzare, anche grazie alle cosiddette pay-tv, ciò che fino a pochi anni prima era impensabile in un paese come il nostro dove la tradizione e la passione calcistica sono fortissime. 
Sicuramente era necessario incrementare la sicurezza, ben vengano a tal proposito i tornelli o il biglietto nominale, ma in alcuni casi si è andato ben oltre, arrivando a limitare in parte la libertà personale. 
Il 2 febbraio 2007 hanno ucciso l’ispettore Raciti e la passione per il calcio.

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