A cura di Francesca Pedace-
Era da molto tempo che avevo in mente di fare un po’ di chiarezza in materia e arrivata all’ennesimo fanfarone che sui social network denigrava chi di questi ideali ne ha fatto uno stile di vita ho capito che il momento era arrivato. Mi sono dunque messa al pc e con un po’ di ironia ho affrontato i 10 argomenti più comuni che un vegano si trova a trattare con un “onnivoro”.
1) Le basi. Il “vegano” innanzitutto è una persona, ha un nome e no, non esce da una fabbrica con un numero seriale tatuato sul collo pertanto come te ha emozioni e sentimenti e, indovina un po’, magari gli scoccia essere bollato come un “nazi-vegano” da un tizio che nemmeno conosce.
2) Tu sei davvero sicuro di conoscere la differenza fra un vegetariano e un vegano? Potrei stupirti: il vegetariano è colui che non si ciba di carne animale e sì, esclude anche pesce, crostacei, insetti, rettili e anfibi e fino qui era tutto presumibile; il vegano è invece colui che ha adottato uno stile di vita (quindi non un semplice regime alimentare) fondato sul rifiuto di ogni prodotto di origine animale e sull’astensione da ogni pratica volontaria di sfruttamento degli stessi. Ciò comporta conseguenze rilevanti sia nel regime alimentare che nelle scelte di abbigliamento, forme di intrattenimento, cosmesi e persino per le cure mediche. Per ciò che attiene il semplice regime alimentare il vegano non si nutre – oltre che di carne – di tutti quei prodotti di derivazione animale quali latticini, uova (di uccelli come di pesce), miele, colla di pesce e caio. Ora la chicca: colui che di vegano segue il solo regime alimentare non si chiama “vegano” ma “vegetaliano” anche se ora sono accettabili entrambi i termini.
3) Altra brutta notizia: non esistono solo vegani e vegetariani. I latto-vegetariani per esempio sono vegetariani che escludono dalla loro dieta le uova mentre gli ovo-vegetariani consumano uova ma non latte e derivati, i pesco-vegani sono vegani che si nutrono del pesce e dei suoi derivati; i fruttariani ancora mangiano esclusivamente frutta, noci e semi ed escludono ogni prodotto di origine animale, la verdura e i cereali; i crudisti sono invece coloro i quali mangiano come i vegani salvo il fatto che non cuociono i cibi. Non dimentichiamo poi i vegetariani liberali (i quali mangiano tendenzialmente tutto ma solo se la provenienza è accertata e la carne prodotta in sistemi di allevamento a norma), gli alcalini (che aboliscono un consumo eccessivo di cibi acidi che alterino l’equilibrio del pH corporeo ammettendo solo verdure crude, frutti a basso contenuto di zuccheri, legumi, cereali, tuberi e alcuni semi) e infine i lattofobi e i no gluten. La credevi facile, eh?
4) Relazioni. Se ci hai pensato qualche volta sappi che i vegani non sono una casta e non si accoppiano solo fra di loro. È vero che la maggior parte di loro vorrebbe una società più attenta al benessere delle altre creature che popolano in pianeta ma esistono anche altri metodi. Ce lo vedete un esercito vegano alla conquista del mondo? Non fanno male agli animali, figuriamoci agli uomini! Al posto dei proiettili al massimo vi tirano addosso i ricettari. Anzi, se vogliamo dirla tutta per un “onnivoro” avere un ragazzo o una ragazza vegano-moderato/a può avere persino dei lati positivi: una ragazza vegana per esempio non ti chiederà mai una pelliccia o un giacchetto in pelle e – salvo che nei ristoranti specifici – anche il conto al ristorante sarà meno salato. Con un ragazzo vegano il guadagno poi è ancora maggiore: il solo fatto che è vegano lo renderà agli occhi delle tue amiche una persona terribilmente sensibile e interessante. Altra chicca: recenti studi hanno stabilito che chi segue una dieta veg ha una vita sessuale migliore. Lo studio è stato condotto all’università di Berkeley con una ricerca – pubblicata sulla rivista scientifica “Hormones and Behaviour” – sulla relazione tra gli ormoni del sesso (principalmente fitoestrogeni) presenti nei vegetali e le performance sessuali degli esaminati che seguivano una dieta prettamente a base vegetale. Tempi migliori e risultato più intenso. Provare per credere!
5) <<E’ nella nostra natura mangiare carne>>. Parliamone: è condivisibile fino ad un certo punto. É vero che l’uomo nasce come carnivoro ma è vero anche che nel corso dell’evoluzione lui come molti altri animali ha cambiato il proprio organismo fino a divenire onnivoro per questioni di sopravvivenza e adattamento. Oggi tale fenomeno è dettato da coscienza. L’uomo ha infatti raggiunto una consapevolezza tale di ciò che lo circonda da potersi porre delle scelte a lungo termine, cosa che gli altri animali non sono ancora in grado di fare essendo le loro “scelte” prospettate nell’immediato. A tal proposito vi sono stati numerosi autori e filosofi che hanno promosso il rispetto della vita in ogni sua forma come punto focale della loro filosofia. Un testo molto interessante per esempio è quello di Tom Regan.
6) Questione proteine: qui tasto dolente e messa in Requiem. É vero, le verdure e i legumi non hanno le stesse proteine della carne ma, attenzione, il vegano è furbo e sa bene che per risolvere il problema deve guardare ad un livello più microscopico: agli amminoacidi.
Rispolverate le vostre rimembranze di chimica del liceo: le proteine altro non sono che catene di amminoacidi che si dividono in essenziali e non essenziali. Il nostro organismo non è capace di sintetizzare quelli essenziali, per questo li assumiamo attraverso i cibi. Se è vero che i legumi sono la fonte vegetale più ricca di proteine, anche più della carne, non è vero che i soli legumi possono sostituirla. Quando una proteina contiene gli aminoacidi essenziali nelle giuste proporzioni richieste dal corpo umano si dice che ha un “alto valore biologico”. Le fonti proteiche animali forniscono proteine ad alto valore biologico, i vegetali no. Per risolvere questa mancanza il vegano combina in un pasto cereali e legumi in quanto le carenze di aminoacidi essenziali dei cereali sono coperte da quelle dei legumi e viceversa. Ad esempio un piatto di pasta e fagioli può essere un buon sostituto della bistecca. L’unico svantaggio è che tramite questo tipo di combinazione si rischia di introdurre una quantità eccessiva di altri nutrienti e di sforare con l’apporto calorico giornaliero necessario. Nulla che un po’ di sani conti non possano rimediare.
Altro problema rilevante: la vitamina B12. Questa è un po’ la chimera di tutti i vegani. Si tratta di una vitamina presente per lo più negli alimenti di origine animale e che svolge un ruolo fondamentale nella produzione dei globuli rossi. Inoltre è utile per il metabolismo degli amminoacidi, dei grassi e dei carboidrati ed ha un ruolo di prim’ordine nel corretto funzionamento delle cellule nervose. La vitamina B12 in natura solo i batteri e gli archei possono produrre questa vitamina. Per tale ragione essa si trova esclusivamente in alimenti di origine animale mentre quelli vegetali ne sono quasi del tutto privi. Le scarse quantità di vitamina B12 contenute nelle verdure vengono poi eliminate del tutte con il loro lavaggio poiché vengono annientati i batteri capaci di sintetizzarla. In realtà anche i batteri presenti all’interno dell’intestino dell’uomo possono produrla ma questo processo avviene in una zona dell’intestino dove l’assorbimento di principi nutritivi è estremamente basso. Insomma mentre i vegetariani possono assumere tale vitamina in quantità sufficiente anche dai semplici derivati animali diversi dalla carne il vegano non può far altro che assumere pastiglie di vitamina B12 create sinteticamente.
7) <<Pure se diventi vegetariano non cambia niente>> – errato. Come diceva Maria Teresa di Calcutta <<quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno>>. Ad oggi il numero di vegetariani e vegani in Italia e nel mondo sta aumentando: nel nostro Paese da solo l’8% della popolazione è vegana e il numero continua a crescere. Basti pensare che la prima macelleria vegana d’Europa è nata proprio a Bari e che nel mercato italiano stanno prendendo piede varianti veg di prodotti noti. Un esempio? Il nuovo cornetto Algida veg con latte di soia, prodotto interessante non solo per i vegani ma anche per chi è allergico al lattosio.
Ancora, da bravi giuristi quali siamo, non possiamo sottovalutare il fatto che questa tendenza si sta facendo largo anche nel campo nel diritto: il tribunale di Roma nel 2016 per esempio si è trovata ad affrontare un caso di separazione in cui un padre chiedeva l’affidamento del figlio per sottrarlo alla madre adducendo come motivazione il fatto che questa stava imponendo la dieta vegana al figlio.
8) È una moda. Eh sì, e qui il vegano vero è il primo che si irrita. Tu, “onnivoro”, credi che a me faccia piacere essere paragonato a quei bimbiminchia che rovinano il buon nome della categoria? E a proposito di moda lo sai quanto è difficile per un vegano fare shopping senza ridursi ad avere il look di un fricchettone? Dì addio a lana, pelle, seta, piume d’oca e chiaramente a inserti di pelo e di pelliccia e poi vediamo se riesci a fare lo stesso la Chiara Ferragni della situazione!
9) Le motivazioni. Sono tantissime ma in generale si dividono in tre grandi gruppi: etica, salute, ambiente. Salute: tralasciando gli acclamati benefici di una dieta povera di grassi di origine animale stanno assumendo rilevanza gli studi che collegano un eccessivo consumo di carne e latte alla crescita esponenziale del cancro dovuto soprattutto alle sostanze somministrate al bestiame durante la fase di allevamento sino a quelle utilizzate per la lavorazione della carne e dei prodotti caseari. Etica: alcuni non ritengono giusto cibarsi degli animali ritenendoli degli esseri senzienti degni di vivere e soprattutto non considerando necessaria la sofferenza che viene loro procurata sin dalla nascita indipendentemente dall’utilizzo che si fa dell’animale, sia esso per scopi alimentari, commerciali , di intrattenimento o per la sperimentazione. Non è poi così assurdo dopotutto pensare che gli animali non siano stati “creati” per servire l’uomo ma che condividano con esso il pianeta. Sullo stesso piano si pone il criterio della scelta: un leone non è in grado di scegliere se mangiare l’antilope o nutrirsi di erba, l’uomo sì perché ha raggiunto un livello tale di consapevolezza che gli permette di porsi delle scelte e affrontarle di conseguenza. Per altri ancora di base potrebbe anche essere giusto mangiare animali ma solo nel momento in cui torneremo a considerarli come prede e non come merce e quindi a cibarcene a bisogno, non a profitto. Impatto ambientale: è vero che per produrre a impatto zero bisognerebbe cambiare l’intero sistema produttivo e che non sono solo gli allevamenti intensivi la causa della fame nel mondo ma resta il fatto che gli allevamenti aiutano. Secondo la FAO per nutrire gli animali da carne infatti si utilizza il 35% dell’intera produzione mondiale di cereali coi quali invece si potrebbero nutrire direttamente le persone.
10) Stereotipi. E qui ci divertiamo:
– sai, non è detto che tutti i vegetariani o i vegani siano nazi-vegani. Esistono i nazi-vegani ma vanno trattati al pari di qualsiasi altro estremista;
– il fatto che uno sia vegano non per forza vuol dire che verrà a importi di diventare come lui perciò cerca di non partire prevenuto nei suoi confronti;
– no, possiamo stare a pranzo con altri senza far presente nei primi 5 minuti che non mangiamo carne e no, non è detto che tu te ne accorga negli altri 5 minuti successivi;
– no, non ti devi vergognare di mangiare carne davanti a me. Vita tua scelte tue. Basta che non sia tua scocciare me nel momento in cui mi vedrai mangiare tofu o seitan;
– magari ci proverò a metterti una pulce nell’orecchio ma sarà per mio senso di dovere rispetto al mondo e non sarai tenuto a seguirlo;
– ah sì, tendenzialmente è vero che i vegani sono anche animalisti, ambientalisti e promotori dei diritti umani ma a) ciò non ci rende degli esaltati fricchettoni b) non è detto che sia sempre così, non ci sono ancora statistiche certe alla mano, c) tutto sommato è anche coerente: se io amo gli animali al punto da non volerli mangiare è chiaro che nutro un profondo rispetto per la sua vita in se e che quindi mi stanno a cuore anche le persone;
– <<se non mangi carne sei debole e non puoi fare sport>> – errore errore errore. Puoi farlo eccome. Alcuni dei migliori atleti del mondo sono vegani e quasi la totalità dei campioni di calisthenics è esperto di questo regime alimentare.
11) Le nonne: avete presente quella scena del film Il mio grosso grasso matrimonio greco in cui Toula dice alla zia che il fidanzato Ian è vegetariano e lei risponde:<<che problema c’è? Gli cucino l’agnello>>? Con mia nonna è successa più o meno la stessa cosa ma una volta smaltito il colpo se ne è fatta una ragione. Lei non sa cosa sono il seitan, il tofu e le proteine ma ogni domenica la doppia porzione di fettuccine per sicurezza c’è sempre.
12) Questo è più un consiglio. Se tu un giorno volessi intraprendere questo stile di vita pensaci seriamente. Informati prima di tutto: libri, riviste apposite, siti… e non solo quelli di promozione vegana ma anche quelle contrarie perché devi avere tutti i pro e i contro davanti per fare una scelta ponderata e soprattutto poniti un periodo di prova. Se sei una persona che teme il giudizio degli altri e credi che la gente possa non prenderti sul serio e che tu di questo ne rimarresti male non c’è bisogno di mettere i manifesti di questo tuo tentativo. Il tuo intento è rispettabile ma non è detto che tutti lo capiscano, la tua famiglia in primis. Anche ove capissi che non fa per te nessuno ti ucciderà e se eventualmente hai già degli amici vegani che ti fanno pressione in tal senso parlagli: è il tuo corpo e una tua scelta. Ricorda anche che si tratta di una scelta totalizzante. Se sei un fuorisede vegano non ci saranno tua mamma o tua nonna a salvarti con le lenticchie o i fagioli e non ci sarà nemmeno la scatoletta di tonno. Infine dovrai farti da solo il calcolo di quanti giorni sei stato a secco di proteine, ferro e altri nutrienti di origine animale e tener conto del fatto che nei periodi di stress (esami soprattutto) la mancanza di nutrienti non fa bene né per il fisico né per l’umore.