Europa ed Israele sotto assedio

A cura di Daniel Guetta-

Con le immagini degli attacchi terroristici a Parigi ha inizio in Europa una nuova guerra. Una guerra silenziosa pronta a scoppiare da un momento all’altro, portata avanti da persone qualunque che improvvisamente si tramutano in terroristi. Contemporaneamente, in Israele, una nuova ondata di terrorismo spezzava le vite di molti civili. Ma se le stragi in Europa hanno scosso tutti, quelle in Israele sono state accolte (come spesso accade) dall’opinione pubblica con una scrollata di spalle. Attacchi vili perpetrati con le stesse modalità. Accolti dalla stampa nostrana con titoli di giornale paradossali, come se il terrorismo contro Israele fosse meritato. Dalla sua fondazione Israele ha costruito sé stessa lottando contro gli stati arabi e i terroristi devoti alla sua distruzione. La lotta al terrorismo è quindi intrinseca alla società e nel DNA di ogni cittadino. Vittima di una vera e propria demonizzazione, sempre giudicato come lo stato autore di massacri nei confronti dei palestinesi. Le immagini del tir lanciato sulla folla a Nizza dovrebbero far avvicinare l’Europa allo stato ebraico nella comprensione di avere di fronte un nemico comune. Bisogna necessariamente imparare da Israele che continua ad affrontare il tutto da tempo. Si tratta di una comune convinzione che risiede nell’errata concezione del terrorismo palestinese, ritenuto dalla collettività totalmente giustificabile. Coloro che vogliono creare una distinzione fra “terrorismo legittimo” contro Israele e “crudeltà” contro l’Occidente stanno giustificando le stragi di persone innocenti. ISIS, Hamas, Al Qaeda, Boko Haram e le tante organizzazioni terroristiche hanno obiettivi comuni: dominare mentalmente la collettività e diffondere paura tra le persone. Tutto ciò può essere fatto con decapitazioni in mondovisione o con accoltellamenti, lo scopo rimane lo stesso. Il rifiuto di voler mettere sullo stesso piano il terrorismo che colpisce l’Europa con quello che colpisce Israele con maggiore frequenza è una forma di negazione. La linea che lega l’antisionismo con l’antisemitismo è particolarmente sottile. Vi è da aggiungere la perenne mentalità antisemita che pervade la società, in parte alimentata dall’estremismo islamico, in parte da vecchie pulsioni d’odio. A dimostrazione vi sono numerosi casi di antisemitismo; come in un sobborgo di Parigi dove, ad inizio aprile, due ragazzi ebrei sono stati aggrediti fisicamente al grido di “sporchi ebrei”. Per far quindi conoscere i meriti dell’unica democrazia del medio oriente bisogna fare memoria delle aggressioni che subisce regolarmente il suo stato e la sua gente, il ciò con una contro-informazione diretta a sradicare l’ignoranza nella quale la società moderna si trova.

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