Il disturbo Borderline


A cura di Manuela Romaniello-

Molto spesso, anzi, quasi sempre, le nostre giornate sono animate da frequenti sbalzi d’umore. Potremmo quindi parlare di instabilità emotiva?
Provare emozioni è normale. Esse hanno l’obiettivo di consentirci di comunicare. Nasce però un problema quando tali emozioni non si adeguano più a determinati contesti e il soggetto che le prova si lascia così tanto trascinare, sconvolgere, al punto da assumere un atteggiamento, per così dire, inusuale, “strano”. Abbiamo, in questo caso, un classico esempio di instabilità emotiva, che in psicologia è una vera e propria caratteristica della personalità e comporta un costante mutamento dello stato d’animo.
L’individuo in questione, se qualcosa non va per il verso giusto, prova una serie di reazioni emotive e comportamentali molto forti, come, ad esempio, la rabbia o l’irascibilità verso sé o altri. Un aiuto potrebbe essere l’analisi oggettiva e accurata del problema. Infatti, analizzando la questione con una certa lontananza emotiva, risulta possibile gestirla in modo migliore.
Per portare un esempio, potrebbe essere utile buttarsi a capofitto in una qualunque attività gradita e, soprattutto, salutare.
Staccarsi dal contesto e calmarsi può portare beneficio, ma non basta. Vi è una soluzione al problema. Si tratta, difatti, di dar vita a molte alternative di soluzione che non contengano né comportamenti di attacco personale né di attacco all’altrui persona, nonché tenere un atteggiamento noncurante. Gli individui che soffrono di questo disturbo impazziscono e perdono la ragione e risulta, quindi, necessario un “addestramento” all’ assertività, così da imparare anche a dire no. Un modo è proprio quello di arrivare ad un’intesa, quando la persona percepisce un’insoddisfazione per qualcosa e ha la smisurata necessità di manifestare il suo turbamento interiore in una maniera idonea.
Per prima cosa, bisogna attribuirgli importanza in quanto individuo e mettersi nella sua posizione; in secondo luogo, bisogna parlare del vero motivo di tale disturbo, senza però mai criticare la persona in questione.
Dopo aver seguito questi passaggi, si arriverà all’ultimo step; prospettare una soluzione, affinché questo non capiti più, sempre però rispettando l’altro e prendendolo in considerazione, in modo da arrivare ad un accordo, così da non essere più schiavi delle emozioni.

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