This is America

A cura di Thilina Dulanjana Fernando Muthuwadige

In concomitanza con l’inizio della sessione estiva, Donald Glover, in arte Childish Gambino, ha presentato al Saturday Night Live la sua nuova canzone: This is America, attualmente prima nella classifica Billboard e, nel momento in cui scrivo, ha raggiunto più di 160 milioni di visualizzazioni su Youtube. È proprio il video musicale la chiave del successo del singolo di Childish Gambino. Il videoclip tratta, secondo vari opinionisti, della diffusione delle armi negli Stati Uniti, nonché del carattere melenso dell’industria dell’intrattenimento afro-americano, che continua a proporre ostinatamente i temi della droga e della violenza.

Il messaggio viene veicolato non mediante il testo, che per la verità è piuttosto banale, ma attraverso la brutalità cruda e visionaria descritta dalle immagini del filmato.

Il video è ambientato in un capannone e inizia con l’artista Calvin the Second che imbraccia una chitarra. Quindi la scena si sposta su Childish, che indossa i pantaloni dell’uniforme dell’esercito degli Stati Confederati e balla imitando le movenze e le espressioni facciali di Jim Crow. Già, ma chi era Jim Crow? A cavallo tra XIX e XX secolo negli USA si poteva assistere a spettacoli di menestrelli in cui veniva rappresentato un nero di nome Jim Crow, sfaticato e stupido, che tentava di imitare il modo di vestirsi dei bianchi, risultando goffo e ridicolo. Successivamente la sua figura divenne simbolo della discriminazione razziale e la lotta all’emancipazione è stato talvolta additata, proprio per questo motivo, come la “lotta contro Jim Crow”.

Tornando al video, Childish Gambino, dopo aver cominciato a cantare con un coro in sottofondo, si avvicina a Calvin, che in questa inquadratura appare incappucciato, estrae una pistola e spara brutalmente un colpo in testa al chitarrista. Qualche commentatore ha suggerito che il musicista ucciso impersonifica l’artista di talento che non trova spazio nelle moderne case di produzione discografica e in generale nella rete di distribuzione e commercializzazione della musica. Come Calvin the Second, il talento meritevole viene spazzato via senza troppi complimenti. L’industria musicale cerca qualcos’altro, impone ai cantanti la trattazione di contenuti triviali, i soliti noti, ossia droga, violenza, armi, sesso e denaro. Così facendo gli artisti vengono resi delle parodie di loro stessi, delle caricature della cultura afro-americana.

Il personaggio interpretato da Glover, che nell’esecuzione del chitarrista rappresenta proprio l’industria musicale, dopo la pena capitale riprende a cantare e ballare come se non fosse successo niente. Si passa quindi dalla musica corale a un ritmo in stile trap. A Childish Gambino si unisce un gruppo di studenti; i protagonisti della scena ballano il gwara gwara, una danza ritmica sudafricana. Dietro i ballerini si agita il caos, si vede gente che corre e si rincorre in un’atmostera da vero e proprio riot urbano. Questo clima da sommossa, da questo punto in poi del video, sarà una costante, anche se rimarrà ai bordi dello schermo.

Quando la musica trap si sospende, si sente nuovamente un coro cantare ed effettivamente la telecamera inquadra un coro gospel, che, mentre si esibisce dondolandosi e applaudendo, viene spietatamente trucidato con un fucile d’assalto da Childish. Il massacro del coro gospel è un chiaro rimando alla sparatoria di Charleston, nella Carolina del Sud. Questo evento è salito agli onori della cronaca per il terribile bilancio di nove persone morte ed una ferita. La vicenda peraltro non può essere compresa a pieno se non si è consapevoli del contesto storico in cui si colloca: la chiesa gospel Emanuel African Methodist Episcopal Church di Charleston è stata luogo di raduno dei movimenti per i diritti civili durante l’epoca della schiavitù; nel 1822, uno dei co-fondatori della chiesa, Denmark Vesey, venne sospettato della pianificazione di una rivolta di schiavi e 35 persone, tra cui lo stesso Vesey, vennero impiccate e la chiesa venne data alle fiamme. Quasi 200 anni dopo, il 17 giugno del 2015, Dylann Roof, un suprematista bianco, entrò nella chiesa, si inginocchiò e si mise a pregare. Di punto in bianco estrasse una pistola e cominciò a sparare a chiunque gli capitò sotto tiro. Compiuta la carneficina, Roof venne catturato e, interrogato dagli inquirenti, dichiarò che il suo obbiettivo era di scatenare una guerra razziale.

Col parallelismo tra l’eccidio di Charleston e lo sterminio dei coristi nel video viene colta l’occasione per esprimere una denuncia sul regime delle armi da fuoco negli USA. Tale denuncia viene portata avanti nel videoclip attraverso il confronto tra come vengono trattate le armi usate per perpetrare gli omicidi e le vittime degli omicidi stessi. Questa differenza di trattamento descrive come in America il diritto a possedere un’arma da sparo sia privilegiato rispetto alla tutela del bene della vita umana. Nel filmato la pistola e il fucile, una volta usati, vengono avvolti in un panno con assoluta cura e premura. Ai cadaveri, invece, non viene rivolta la minima considerazione: il corpo di Calvin the Second viene trascinato frettolosamente da due uomini e i coristi crollano inermi sotto i colpi del fucile, sporcando di sangue il muro adiacente.

Dopo l’esecuzione dei coristi, lo schema si ripete: in seguito al compimento della violenza si passa dall’allegra musica corale al minaccioso hip hop, Glover riprende a ballare in maniera a metà strada tra il conturbante e l’allucinato, l’agitazione riprende il suo corso nella scenografia.

Quando l’eccitazione sembra arrivata al culmine, il coro riattacca a cantare ed in un attimo la folla si disperde. Ripristinata la calma, Gambino sale sul tetto di una macchina e si accende una canna. La tranquillità tuttavia dura un attimo, il cantante torna euforicamente a ballare fino a quando lo scenario viene oscurato. Nell’ultima parte del video si vede Gambino che scappa a perdifiato, con la paura negli occhi e affatto sconvolto; la scena è una citazione del film “Get out”, film thriller/horror uscito nelle sale cinematografiche lo scorso anno.

A proposito di film, Donald Glover non è attivo solo nel mondo della musica, ma ha anche fatto il suo debutto sul grande schermo con Spider-man: Homecomig. Del resto Glover attualmente è sulla cresta dell’onda, sarà possibile ammirarlo nell’ultimo film di Star Wars, da poco uscito nelle sale italiane, in cui interpreta il personaggio di Lando Calrissian. Che dire, siamo davanti ad un artista poliedrico che sta facendo e farà parlare di sé, e per saggiarne le potenzialità non vi resta che guardare il video di This is America su Youtube se non l’avete ancora fatto!

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