Di Pierpaolo Moroni-
La FIFA sembra essere sul punto di creare un oligopolio che potrebbe distruggere i club di calcio in tutto il mondo.
Due anni dopo aver assunto la presidenza dell’organo, Gianni Infantino sta cercando di creare una nuova competizione che vedrà partecipare le migliori squadre del pianeta per un piatto da $ 1,9 miliardi.
Rischia di esacerbare il divario di ricchezza tra i club più grandi e più piccoli a tal punto che la tendenza degli ultimi anni, in cui solo una manciata di club ha una reale possibilità di vincere un titolo, è destinata a diventare ancora più acuta.
La Premier League inglese è istruttiva. Secondo la società di consulenza Deloitte, i club inglesi in competizione in Champions League, hanno generato un fatturato di 398 milioni di sterline nell’ultima stagione. Il club medio della Premier League che non ha partecipato a una competizione europea ha registrato un fatturato di appena 110 milioni di sterline.
Il Financial Times ha riferito infatti che il suddetto torneo sarà composto dai 24 migliori team del mondo che parteciperanno una volta ogni quattro anni.
Il piano, se fosse realizzato, darebbe alle squadre più ricche la possibilità di aumentare incredibilmente la propria capacità finanziaria, dando ad esse più potere e garantendo una maggiore esposizione globale, accaparrandosi sponsorizzazioni ed introiti al dettaglio.
Ma a quale costo? Non solo il piano potrebbe creare un ulteriore squilibrio nel gioco del club, ma vedrà anche le compagnie private prendere una quota del 49 per cento nella nuova impresa.
Così il problema potrebbe diventare il fatto che questo fattore aggiunto trasferirebbe potenza agli investitori privati incentrati sul profitto piuttosto che sul bene del gioco.
La FIFA deve chiedersi: questo nuovo torneo rappresenterebbe il modo principale per arricchire una manciata di club o uno strumento per supportare lo sport stesso? Potrebbe essere un’iniziativa positiva o l’ennesima modalità per lucrare su quello che alcuni chiamano “lo sport più bello del mondo”?