Ora 19.30
Caro studente,
ti scrivo pensando che sei da poco tornato a casa dal tuo primo giorno in LUISS. Ti immagino desiderare di entrare al più presto in doccia per lavare via il sudore che hai sedimentato durante questa giornata in cui hai bazzicato storditamente tra i monumentali colossi della tua nuova università che da oggi per te non saranno più luoghi, ma entità, a tratti mitizzate, cui ti rivolgerai con deferente rispetto e che d’ora innanzi saranno per Te, caro studente, la tua gilda da difendere a spada tratta da vessazioni e offese gratuite: Romania, Pola e Parenzo (scordati di Villa Blanc, perché Lei rimarrà una Vestale inviolata fintanto che non deciderai al termine dei tuoi 5 anni di proseguire la tua vita a casa di mammaLUISS seguendo un Master).
Aspetta, fermati e siedi un attimo alla tua scrivania, riprendi dal tuo zainetto sponsorizzato tutti volantini che hai raccolto oggi e disponili ordinatamente davanti a te. Aspetta, aspetta! Non ti sto chiedendo di leggere tutto, aspetta. Fermati, ordinali, guardali. Servirà pochissimo tempo.
Caro studente, so che in questo momento sei stanco, hai caldo, ti aspetta il primo imperdibile aperitivo di benvenuto alle matricole, e so che in questo momento tutto vorresti, meno che fermarti a riflettere su tutto il “nuovo” che ti ha travolto non appena hai varcato il cancello di via Parenzo 11. Tuttavia, fidati di me, ne vale la pena, fermati a guardare per un attimo.
Devi sapere, e presto o tardi te ne accorgerai, che iscrivendoti alla LUISS hai sottoscritto un contratto di formazione multifunzionale con cui la tua università si obbliga o per lo meno si impegna ad offrirti gli strumenti necessari non solo per sviluppare le tue competenze didattiche, ma anche per diventare ciò che mi piace definire un Uomo del futuro, vale a dire un soggetto pensante che di sé ha fatto un progetto da sviluppare deditamente e laboriosamente in tutti i suoi aspetti. E’ questa la ragione per cui stamattina sei stato letteralmente assaltato da ragazzi, quasi tuoi coetanei, che erano stati al tuo posto pochi anni addietro, e che ora si trovano a propagandare attività delle più disparate: dall’associazionismo universitario, al giornalismo, allo sport, al teatro. Quelle che ti si sono presentate oggi non sono altro che le anticipazioni di quelle che purtroppo oramai un po’ per lassismo, un po’ per stanco ed annoiato pessimismo, non sempre riusciamo a riconoscere come Opportunità, ma che è bene imparare ad agguantare come treni in corsa.
Cinque anni fa io ero una matricola, era il 21 settembre, avevo caldo da morire, indossavo da un giorno una stupidissima giacca di cotone pesante che avevo comprato apposta apposta per il mio ingresso nella società LUISS, e tornando a casa buttai via tutti quei volantini, quasi nauseata da quell’invasione di proposte di cui non capivo neppure il significato. Cinque anni dopo, ormai prossima alla laurea, mi trovo qui a scriverti questa lettera, in qualità di luissina, di amica se ti va, ma soprattuto di ex caporedattrice di Iuris Prudentes, uno di quei giornali universitari che sicuramente mi presentarono durante la mia giornata della matricola, ma che ho conosciuto veramente solo quando mi convinsi, dopo il primo anno di associazionismo universitario, che mettersi alla prova è una delle esperienze più costruttive e gratificanti che la quotidianità umana possa offrirti: scrissi il mio primo articolo in commento alla strage terrorista del gennaio 2015 presso la redazione satirica Charlie Hebdo. Temevo il giudizio severo della mia prof di Italiano, ma ho voluto provare. Un ragazzo, l’allora neo direttore e l’attuale mio più caro amico, mi diede fiducia, tutta quella fiducia mi serviva per imbarcarmi in quest’avventura che mi ha permesso di crescere come studentessa e soprattutto come cultrice della cultura. E’ forse superfluo blasonare le innumerevoli esperienze che il giornalismo con Iuris mi ha permesso di vivere, e che si sono trasformate in occasioni, o meglio Opportunità che hanno arricchito di di sfumature nuove e diverse la mia personalità di Donna del futuro. Credo sia bastevole a questo punto del mio percorso ringraziare chi mi ha invitato ad apprezzare l’arte del saper pensare per comunicare: abilità imprescindibile per un giurista che tale voglia definirsi, ma che mio e nostro malgrado superficialmente e presuntuosamente consideriamo innata.
Caro studente, tranquillo ora puoi andare, l’aperimatricola aspetta solo te.
Sistema pure nel cassetto tutti quei volantini.
Amati: fa di te un dipinto che da domani inizierai a colorare delle tinte che illuminano di te il profilo migliore.
Cecilia