Di Allegra Bernabei-
Qualche giorno fa, curiosando su Facebook, mi sono imbattuta in un servizio de “Le Iene”, di Nadia Toffa, sulla Terra dei Fuochi. Ho scoperto non solo di essere terribilmente ignorante in materia, ma anche quanto la questione sia ignorata e sottovalutata. La Terra dei Fuochi è un’area di 1000 mq circa, compresa tra Napoli e Caserta, definita anche “triangolo della morte” poiché la Camorra vi sversa rifiuti tossici, provocando gravissimi danni, non solo ambientali ma anche alla salute degli abitanti. Migliaia di persone, infatti, ogni anno contraggono tumori o altre malattie gravissime, come il morbo di Parkinson, a causa del consumo di frutta e verdura provenienti dai terreni della zona, impregnate di sostanze altamente tossiche. Le analisi del sangue delle persone colpite hanno dimostrato che vi è una concentrazione ematica di metalli pesanti di gran lunga superiore alla quantità raccomandata. Questo ha portato il verificarsi di una vera e propria epidemia tumorale, con percentuali di morti per tumore fino a 3 volte superiori rispetto al resto dell’Italia e con un’incidenza di tumori maligni maggiore circa del 46% rispetto al resto del Sud Italia. La scelta della Camorra di sversare i rifiuti in questa zona è dovuta al fatto che smaltire i rifiuti sia un’operazione particolarmente dispendiosa. Carmine Schiavone, boss dei Casalesi pentito, ha dichiarato che, mentre, andando in discarica, la distruzione dei fusti, ad esempio, costava all’epoca 2 milioni di lire, dandoli ai clan sarebbe costata “solo” 200 mila lire. Il materiale, costituito da fanghi tossici, coloranti, amianto, piombo, cadmio, e persino scorie nucleari, arrivava dalle centrali tedesche, austriache e svizzere. Questo smaltimento illegale ha portato a un pesante inquinamento della terra, dell’aria e dell’acqua, colpendo persino le falde acquifere. Il Governo italiano è perfettamente a conoscenza della situazione e dal 1997 promette di bonificare i terreni. Purtroppo, però, la situazione non è cambiata, anzi peggiora. Bisognerebbe bloccare la produzione nelle terre inquinate, ma nonostante molti campi siano stati interdetti, il divieto è rimasto inattuato. Tuttavia, una buona notizia c’è: la Corte di Strasburgo, il 5 marzo scorso, ha accolto il ricorso di 3500 cittadini italiani ed ha avviato un procedimento contro lo Stato italiano per la Terra dei Fuochi, in particolare per attentato al “diritto alla vita”, in violazione dell’art 2 della Convenzione europea dei diritti umani. Non mi illudo che ciò possa cambiare la situazione, ma spero che almeno possa portare ad una maggiore consapevolezza e ad un intervento più proficuo da parte dello Stato italiano, proprio lì dove sembra essere del tutto assente.