Emmanuel Macron e il sovranismo europeo

di Anna Logorelli-

Sovranismo europeo. Apparentemente quest’espressione potrebbe sembrare contraddittoria, ma nella visione del presidente francese Emmanuel Macron non sembra essere così. In una lettera pubblicata su tutti i giornali europei lo scorso 4 marzo, intitolata “Per un rinascimento europeo”, l’inquilino dell’Eliseo, evitando di menzionare direttamente il termine “sovranismo” affinché il suo pensiero non sia associato a chi ne è messaggero, si è rivolto a tutti i cittadini europei, dichiarando che mai l’Europa è stata così tanto in pericolo come adesso. All’inizio di questo documento, il capo di Stato francese ha citato la Brexit, descrivendola come evento più rappresentativo di un’Europa che non è più in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e di un’insidia europea, che consiste nella menzogna e nell’irresponsabilità che rischiano di distruggere l’Unione e che la minaccia ogni giorno. Inoltre, Macron ha anche citato il modello europeo, fondato, come scrive anche in questo suo documento, “sulle libertà dell’uomo, sulle diversità delle opinioni, della creazione”. Per questo motivo, egli propone la nascita di un’Agenzia europea di protezione delle democrazie, che ha lo scopo di fornire esperti ad ogni stato per proteggere le campagne elettorali da cyberattacchi e manipolazioni. La logica dietro la creazione di quest’autorità è quella di creare un’organizzazione centralizzata, riprendendo il modello del sistema amministrativo francese, che riesca a controllare e impedire possibili attacchi agli iter elettorali dei singoli stati. Per quanto questa proposta possa sembrare utile in tempi come questi, in cui ad ogni elezione si segnalano manipolazioni a danno dei cittadini, una singola entità non può controllare ciò che succede in uno spazio come internet, perché non ha confini e chi è molto abile può facilmente aggirare le possibili misure di sicurezza che verranno attuate. Oltre a ciò, nella lettera si chiede di bandire dal web tutti i discorsi di odio e violenza, poiché il rispetto dell’individuo, si cita sempre nella lettera, “è il fondamento della nostra civiltà di dignità”; una nobile proposta, certo, ma potrebbe rivelarsi controproducente, in quanto rischierebbe di essere interpretata in senso contrario a come è stata concepita, portando a degenerazioni lontane da quelli che sono i principi fondanti dell’Unione Europea. Altro punto discusso è quello delle frontiere, con la proposta di una revisione dello spazio Schengen e la creazione di una polizia comune delle frontiere e di un ufficio europeo dell’asilo, cercando un approccio comune alla questione delle migrazioni, ma il discorso del Presidente non si limita soltanto alla sicurezza dei confini, si amplia fino a parlare del mercato interno. Infatti, Macron scrive che le frontiere europee devono garantire una giusta concorrenza e che bisogna punire e proibire le aziende che ledono le norme ambientali europee e le altre leggi sulla tassazione o sulla protezione dei dati personali. In queste proposte si può notare fin da subito come il capo di Stato francese consideri l’Europa non solo come un’unione di mercati, ma anche come un’entità che protegge gli Stati al suo interno e che garantisce loro sviluppo e sicurezza, impedendo l’irruenza delle crisi economiche e della globalizzazione. Infine, suggerimenti diversi vengono fatti anche per un progetto di convergenza in tema di previdenza sociale, in modo da creare per ogni lavoratore un salario minimo europeo, fino alla creazione di una Banca europea per il clima, per finanziare la transizione ecologica. In tutte queste idee vediamo già una forma di “sovranismo” in chiave europea, poiché il Presidente francese ci presenta un’Europa i cui valori devono essere protetti e posti al primo posto non solo dai singoli stati, ma anche dalle grandi aziende che vogliono entrare in contatto con essa. Allo stato attuale, a causa dell’incerta situazione politica che da tempo è presente all’interno dell’Unione Europea, non si sa se questi progetti saranno mai attuati, ma di certo possono rappresentare un cambiamento radicale. Sarà accettato dai cittadini? Come scrisse Alessandro Manzoni nella sua ode “Il cinque maggio”, ai posteri l’ardua sentenza.

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