La Luna come terra di confine: da res extra commercium a res communis humanitatis

di Thilina Dulanjana Fernando Muthuwadige-

 

Per terra di confine o frontiera si intende una fascia di territorio marginale, per lo più disabitata o inutilizzata, un luogo dove le norme e la prassi stabilite dalla confinistica non valgono più. A volte una terra di nessuno è la semplice conseguenza dell’impossibilità di determinare limiti in zone desertiche, forestali o palustri. In altri casi, può essere uno spazio neutrale che due o più parti stabiliscono reciprocamente e la cui dimensione varia in funzione dei rapporti tra loro esistenti. L’utilizzazione di terre di nessuno è una consuetudine che ancor oggi può trovare riscontro in alcune zone della Terra in cui le tensioni tribali sono forti ed incontrollabili da parte del potere centrale. In Somalia, ad esempio, molti gruppi etnici erano e sono soliti frapporre tra i loro territori zone neutre, costituite da aree aride ed incolte. 

Il regime giuridico della Luna ha subìto una caratterizzazione simile da parte degli studiosi. La qualificazione giuridica del satellite della Terra è variata in progresso di tempo. All’inizio, la Luna fu considerata res nullius: non era parte di alcun territorio nazionale, ma in linea di principio poteva essere oggetto di appropriazione, anche se in pratica si riteneva che l’appropriazione della Luna fosse impossibile. 

La Commissione delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (COPUOS) approvò nel 1967 il Trattato sullo spazio extra-atmosferico. Secondo il trattato, la Luna non era più una res nullius, ma una res extra commercium, ossia, non può essere di proprietà di alcuno. Progressivamente il trattato è entrato a far parte del diritto internazionale generalmente riconosciuto. 

Un altro trattato approvato dal COPUOS è il Trattato sulla Luna (entrato in vigore nel 1984), ai sensi del quale ‘la Luna e le sue risorse naturali sono patrimonio comune dell’umanità’. Il trattato ha accolto la transizione della qualificazione giuridica della Luna, da res extra commercium a res communis humanitatis. La concezione della Luna come res communis humanitatis elaborata dal Trattato sulla Luna dipende dall’istituzione di un organismo internazionale che assicuri l’utilizzazione delle risorse economiche della Luna da parte di tutta l’umanità. Il Trattato sulla Luna non è stato ancora ratificato dalle due principali potenze spaziali, USA e Russia, e per questo motivo non ha ancora acquisto lo status di diritto internazionale consuetudinario. Attualmente il concetto di res communis humanitatis non ha rilevanza pratica. Nel medio termine, la considerazione della Luna come res communis humanitatis dipenderà dalla ratifica del Trattato sulla Luna da parte di Russia e USA.

La distinzione tra res extra commercium e res communis humanitatis è cruciale per le possibilità di accumulazione di risorse economiche da parte di Stati e imprese private.

Le potenze spaziali non sono disposte a firmare il Trattato sulla Luna poiché preferiscono la situazione di anarchia garantita dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico. Se gli Stati Uniti o la Russia ratificassero il Trattato sulla Luna, la ratifica unilaterale implicherebbe solo costi e nessun beneficio. Al contrario, gli altri Stati hanno un grande incentivo a firmare il Trattato sulla Luna, dato che acquisirebbero diritti su qualcosa su cui non hanno mai esercitato alcun controllo fino a questo momento. 

Il più grande ostacolo alla firma del Trattato sulla Luna da parte delle potenze spaziali è la possibile destabilizzazione alla partecipazione dell’industria privata alle attività sulla Luna. Il Trattato del 1984 non contiene alcuna normativa sulla natura e sulla portata della partecipazione delle imprese private. Inoltre la costituzione di un’organizzazione internazionale deputata alla vigilanza su tale partecipazione limiterebbe la libertà d’azione delle imprese. In netto contrasto, l’attuale regime giuridico garantito dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico consente l’attività privata nello spazio. 

In tale contesto, le potenze spaziali spingono per il mantenimento dello status quo basato sul Trattato del 1967 e hanno gioco facile nel raggiungimento di questo obiettivo: è sufficiente che si rifiutino di aderire a qualsiasi trattato o convenzione che danneggi i loro interessi e, data la struttura del diritto internazionale, la ratifica da parte di altri Stati del Trattato sulla Luna non pone alcun obbligo giuridico nei confronti di USA e Russia. 

La via di uscita a questa situazione di stallo potrebbe essere l’esercizio pratico da parte di altre potenze del diritto di accesso alle risorse lunari garantito dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico. 

 

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