Rubrica senza una funzione sociale, totalmente avulsa dal mondo contemporaneo, più volte citata come raccoglitore di fake news. Sono soddisfatto di questo risultato, grazie a tutti!
De Luca-Wars: il risveglio della rabbia.
Alcune settimane fa avevo iniziato la saga del Presidentissimo, il campano Vincenzo De Luca, alle prese con il Covid-19. Ma quello che è successo la notte tra Venerdì e Sabato scorso a Napoli è andato anche oltre alla mia malata fantasia.
Dato che non mi trovavo nella città partenopea e non conosco bene i fatti, consiglio a tutti (pochi, ma fedeli) voi lettori di passare sul sito di Iuris Prudentes, dove potrete leggere la testimonianza di una nostra redattrice.
Lasciati ad altri la descrizione dei fatti e delle dinamiche, mi limito a dire che la rabbia per le chiusure rischia di essere una nuova tegola sul Governo del Nostro Avvocato, considerato troppo pavido nei provvedimenti anti virus dallo Sceriffo Vincenzo.
Il Califfo della Campania Felix non trema di fronte a quattro scalmanati, come il mitico ispettore Callagan, possono non piacere i suoi metodi, ma a lui non piacciono i delinquenti.
Intanto la situazione in tutto il Paese è tragica: aumentano i morti e i ricoveri, si fa strada il timore che, nonostante i sacrifici, il virus sia più forte che mai.
“Sembra di stare a Thoiry”
Non mi sto riferendo semplicemente al pezzo di Achille Lauro e Gemitaiz, ma all’origine della frase, ossia la pellicola francese “L’Haine”, tradotto in italiano “L’Odio” film cult degli anni 90.
L’odio sociale descritti in quel film (quello delle banlieu parigine) sono un ottimo spunto di riflessione per i fatti di questi giorni, cioè le proteste contro le misure restrittive adottate dai vari Governi europei per contrastare la pandemia.
È necessario capire che molti disordini sono alimentati dalla criminalità organizzata o da frange vicine alla galassia dell’Estrema Destra, tuttavia questi “registi” non fanno altro che cavalcare un malcontento diffuso tra la popolazione.
Questa rubrica è stupida, ma se qualcuno leggesse in queste righe un’apologia o peggio una compiacenza agli scontri di Napoli e di Piazza del Popolo a Roma, sarebbe in torto marcissimo.
Non vedere un problema e non identificarne le cause è segno di un atteggiamento bovino e antistorico, con tutto il rispetto per i bovini.
Il malessere c’è, non si può nasconderlo e soprattutto non si può lasciare in mano a forze non democratiche e/o criminali chi ha dentro di sé questa rabbia. NB: questa è una rubrica satirica, le soluzione devono arrivare dai competenti, non dalla Gazzetta dei Pagliacci qui presente, che al massimo scherza sui fatti.
Ma di che malessere vado parlando? È la paura della povertà, la mancanza di reddito e di sviluppo la vera fonte di rabbia. Non annoierò voi lettori con i soliti esempi della svalutazione del Marco tedesco o della crisi post Guerra Civile americana, che hanno creato rabbia e poi fenomeni incontrollabili di odio razziale.
A Thoiry, dove si trova uno zoo (o bio-parco, che dir si voglia), gli animali sono in gabbia e soffrono questa innaturale situazione. E anche noi, nelle nostre gabbie di mattoni, soffriamo, ma teoricamente dovremmo capire che c’è un motivo per farlo e che un giorno (si spera presto) torneremo a non essere più bestie.
Ma non è questo il giorno, oggi ci si azzuffa come belve. Caro Darwin, forse non hai azzeccato tutto?
Non siamo mica americani: Trump-Biden, l’ultimo dibattito.
Si torna ad usare i titoli delle canzoni, si torna con un mito della musica italiana, il Vate di Zocca, l’eterno Vasco Rossi.
Oltre Atlantico si torna a parlare di Presidenziali, che si svolgeranno a Novembre, e a parlare faccia a faccia, one-to-one, sono tornati il Presidente Trump e il candidato democratico Biden. Per chi l’ha visto (non io) è sembrato un classico dibattito americano: serio, ma corretto, diversamente dal precedente incontro.
Il precedente dibattito era sembrato una rissa, molto lontana dagli standard americani, dove vige un certo fair play tra sfidanti e dove si tenta di essere il più moderati e gentili possibile.
Non nascondo che la pratica americana del rispetto dell’avversario nei dibattiti mi piaccia di più che il tenzonare italico. Tuttavia non mi illudo che possa essere un mero formalismo, un conformismo eretto a sistema e non un vero e proprio rispetto per chi ti sta davanti.
Ma noi non siamo mica americani, ed anzi sembra che il livore fazioso tipico degli europei (italiani e non solo) abbia attecchito anche negli Stati Uniti, visti i veleni e le frecciatine tra i canditati alla Casa Bianca.
Chi vincerà? Non si sa con esattezza, anche perché tutti i sondaggi danno Biden avanti, ma 4 anni fa era lo stesso per la Clinton, avanti sempre e poi sconfitta!