L’importanza di essere Iuris Prudentes

Non mi sono ancora abituato all’idea di dover concludere la mia esperienza in Iuris Prudentes, ma è così. Credo sia corretto, però, nei confronti di chi mi ha accompagnato esprimere il mio sentito ringraziamento e augurare all’attuale redazione un lungo e felice cammino in Iuris. 

Per chi non lo sapesse ancora, qualche mese ha finito di vivere quella demenziale rubrica chiamata “Delirando”. Adesso è il momento di togliersi la maschera e dire: “In realtà non sono Lupo Alberto. So’ Alberto!” (omaggio al comico Pasquale Petrolo). 

Ad essere onesti, si trattava di un segreto di Pulcinella, anche perché la mia identità non era stata così ben celata: facilmente si poteva capire chi fossi attraverso lo pseudonimo usato e dal nome della rubrica stessa. 

Resta il fatto che non tedierò più nessun lettore di questo giornale, dal momento che la mia esperienza è volta al termine.

Suonerebbe retorico se vi dicessi quanto è stato bello scrivere per Iuris Prudentes, quanto ho imparato dalle persone che sono uscite e da quelle che ancora oggi sono all’interno della redazione e quanto io sia orgoglioso di esserne stato parte? Sì, è molto retorico, ne sono consapevole.

 Tuttavia, credetemi che non ho detto nulla di falso: è stato un percorso davvero piacevole. 

Credo sia abbastanza inutile soffermarsi su che cosa è stato per me Iuris Prudentes, visto che le parole non riuscirebbero a descrivere il piacere che ho provato nel redigere gli articoli e nel vedere discussioni e commenti su di essi. 

I ricordi entusiasmanti legati a questa rivista nel mio quinquennio sono numerosi, ma preferisco non parlarne, siccome vorrei cogliere l’occasione per esprimermi sull’importanza di un giornale universitario come è Iuris.

La mia opinione si sostanzia nel riconoscere che in una realtà dinamica come quella attuale sia di fondamentale importanza una rivista tenuta da studenti che analizzi i fatti e le novità attraverso un punto di vista giuridico, tentando di approcciarsi fin da subito con un metodo il più possibile serio e competente. 

Mi sento nella posizione di affermare che molti miei compagni, che ho avuto la fortuna di conoscere all’interno di questo giornale, sono stati capaci di cogliere aspetti profondi della realtà e approfondire in maniera compiuta argomenti difficili e complicati.

Non solo la sopra citata competenza e serietà sono valori che devono restare e, se possibile, crescere in Iuris, ma anche (oserei dire soprattutto) la possibilità di un confronto di idee. Posso dire che nella mia esperienza ho più volte visto dibattiti, a volte anche accesi, all’interno della Redazione di Iuris sia su temi politici che su argomenti di attualità controversi. 

Per quanto sia impossibile negare che chi ha un’opinione contraria alla nostra ci stia particolarmente antipatico, non si può mai sottovalutare il valore del dibattito e del confronto, soprattutto in un ambiente universitario. La scontro di idee e di visioni permette anche di formare un pensiero capace di correggersi e migliorarsi, anche se all’inizio può sembrare uno spreco di tempo. 

Iuris è stato un “foro” di discussione di prim’ordine, permettendo la maturazione intellettuale di molte generazioni di studenti. Sia questa non solo un’eredità, ma anche uno stimolo a chi in futuro avrà l’onore di scrivere su questa rivista.

 Colgo anche l’occasione per ricordare che Iuris possiede un nuovo slogan che è anche una dichiarazione di intenti: “SMART IN LAW, SMART IN LIFE”.

Rivolgendomi a chi è stato, è ed anche a chi sarà parte di questa bella realtà, mi permetto di utilizzare l’augurio tipico di Iuris Prudentes:”AD MAIORA”. 

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