Jacquemus, una scelta politica.

È il giorno di San Valentino, ricorrenza dedicata agli innamorati, quando Simon Porte Jaquemus, postando una foto con il suo ragazzo, nonché promesso sposo, sui social, è diventato bersaglio di commenti omofobi.

Nonostante Jaquemus, noto stilista dell’omonimo brand francese, abbia sempre vantato un seguito di una community inclusiva e giovanile, è diventato vittima di commenti omofobi, che proprio come una nota fuori posto, hanno stonato, tra i mille commenti postivi ed affettuosi, che sono seguiti alla foto che lo stesso ha deciso di postare sul suo profilo Instagram.

Quest’ultimo, infatti, proprio in occasione di San Valentino, ha voluto condividere con i suoi seguaci una foto in cui si ritraeva intento a scambiarsi un bacio con il suo compagno Marco Maestri.

L’immagine scattata a bordo piscina del Palais Bulle di Thèoule-sur-Mer, incantevole edificio situato sulla Costa Azzurra, (celebre per essere appartenuto un tempo a Pierre Cardin), è stata accolta con amore da parte dei suoi fan, ma dopo un po’ sono apparsi anche dei commenti decisamente negativi e visibilmente discriminatori, che Jaquemus ha prontamente criticato, ripubblicando uno di questi commenti proprio con una sua risposta. “Prima volevo le tue borse, ora mi fanno schifo” ha scritto una ragazza al quale lo stilista ha replicato dicendo “è la mia borsa a non volere te!”. Jaquemus ha poi aggiunto “Non ho bisogno del tuo punto di vista omofobo e le mie borse non hanno bisogno di te. Vattene”

È proprio con le sue riposte a questi commenti, non aggressive ma che allo stesso tempo non lasciano spazio a repliche, che Simon ha dimostrato che acquistare i suoi capi ed i suoi accessori, oltre che ad essere una semplice scelta di stile è anche proprio una scelta politica, come ci ha tenuto proprio lo stesso a sottolineare, ribadendo di essere felice di aver potuto affrontare un discorso doloroso, ma allo stesso tempo educativo e che spera possa essere di esempio per altri giovani, che magari a differenza sua avranno una figura di riferimento, che non smetterà mai di lottare per loro e dimostrare che l’amore vince su tutto.

Oltre al ripetersi di una consuetudine, cioè quella di non lasciare che i commenti negativi sul suo profilo svaniscano nell’oblio, Simon ha acceso nuovamente il dibattito sulle discriminazioni per l’orientamento sessuale nel mondo della moda, che tra l’altro si è sempre distinta per essere portavoce di inclusività ed anticipatrice dei cambiamenti sociali. 

Colpisce tuttavia l’anacronismo di tutta questa vicenda, che avviene in un periodo storico in cui i giovani crescono con una tale varietà di modelli (sociali, etnici, sessuali) da essere quasi automaticamente portati ad una sempre maggiore tolleranza, ad una sempre maggiore normalizzazione di qualunque comportamento che, fino a un paio di decenni fa, difficilmente sarebbe potuto apparire accettabile. Ed è interessante notare come lo stesso strumento che ha veicolato questa sempre crescente larghezza di vedute, – ovvero i social media dei giovanissimi come Instagram e TikTok e la conseguente possibilità di essere connessi con un tocco di schermo a vari contesti e persone in varie parti del mondo – sia poi esattamente lo stesso strumento con cui messaggi di odio e intolleranza possono essere resi visibili a milioni di persone, e scatenarne (in bene o in male) le reazioni.

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