Overtourism

Il turismo di massa (c.d. overtourism) vede le sue origini nella seconda metà del XIX secolo, quando l’imprenditore inglese Thomas Cook, approfittando della rete ferroviaria in rapida espansione in Europa, fonda una società che può essere considerata la prima agenzia turistica. Lo scopo di quest’ultima è offrire, a prezzi accessibili al grande pubblico, non solo escursioni e gite giornaliere, ma anche vacanze più lunghe in Europa continentale, India, Asia e nell’emisfero occidentale. Nel 1890 la Thomas Cook & Son conta 20 000 viaggiatori all’anno. 

Ad oggi, possiamo constatare che le persone che si muovono nel mondo sono più di 1,4 miliardi ogni anno, ma l’Organizzazione mondiale del turismo stima che nel 2030 il flusso internazionale di turisti supererà i 2 miliardi. 

Tra le prime dieci mete preferite dai visitatori, ci sono*: 

Francia 89 milioni di arrivi internazionali

Spagna 84 milioni di arrivi internazionali

USA 79 milioni di arrivi internazionali

Cina 66 milioni di arrivi internazionali

Italia 65 milioni di arrivi internazionali

Turchia 51 milioni di arrivi internazionali

Messico 45 milioni di arrivi internazionali

Germania / Thailandia 40 milioni di arrivi internazionali

Regno Unito 39 milioni di arrivi internazionali

*(dati aggiornati al 2023)

La vasta portata di persone che il turismo mobilita negli ultimi anni, causa gravi ripercussioni sulla popolazione locale e sull’ambiente. 

Tra le problematiche ambientali che possiamo menzionare, c’è lo spreco di acqua (risorsa naturalmente scarsa in alcune mete calde) da parte di grandi complessi alberghieri, a scapito delle popolazioni locali. In media nelle regioni tropicali, vengono consumati 27 litri di acqua al giorno per abitante contro 100 litri al giorno per turista. Inoltre, in riva al mare, l’acqua viene spesso pompata direttamente dalla falda freatica, il che causa cedimenti del suolo e infiltrazioni di sabbia, la quale va a riempire i vuoti sotterranei formati. Pertanto, le spiagge colpite da tale fenomeno tendono a scomparire.

Inoltre, i mezzi di trasporto utilizzati dai viaggiatori contribuiscono all’emissione di CO2 e gas serra: il turismo costituisce il 60% del traffico aereo e una nave da crociera produce 7 000 tonnellate di rifiuti all’anno.

La flora e fauna sono le prime a risentire dell’eccessivo numero di visitatori. In alcune aree, questa tendenza ha portato a effetti devastanti ed irreversibili, tra i quali l’estinzione delle barriere coralline. Dal 2009 al 2018, a causa dell’innalzamento delle temperature degli Oceani, è stato distrutto il 14% dei coralli presenti nel Mar dei Caraibi, nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden (una superficie di 11.700 chilometri quadrati). Le barriere coralline occupano lo 0,2% della superficie del pianeta, ma offrono riparo e nutrimento a circa il 25% delle specie marine.

Un’altra problematica legata al turismo di massa è il grande accumulo indifferenziato di rifiuti, spesso impossibile da smaltire completamente, o bruciato incontrollatamente nelle strade. 

Dal punto di vista sociale, un altro problema causato dal turismo di massa è l’incremento del divario tra la popolazione locale: da un lato si genera ricchezza, dall’altro si incrementa emarginazione e proletariato. Ad esempio, il cosiddetto “turismo sessuale” ha causato un notevole incremento nel numero di prostituite minorenni. 

In tutta Europa, in città come Barcellona, Amsterdam e Venezia, il fenomeno del cosiddetto “overtourism” scatena forti tensioni da parte degli abitanti. I residenti contestano non solo l’aumento dei prezzi e scarsità degli alloggi, ma anche la scomparsa dei piccoli negozi e botteghe, sostituiti da shop turistici. Ciò causa la fuga dei residenti dalle loro città, che questi definiscono “teatrini turistici”, spogliate della loro autenticità e antica bellezza.

Tuttavia, sempre crescenti sono le iniziative prese dai governi locali al fine di limitare le varie ripercussioni del turismo di massa. Tra queste, a partire da gennaio 2023, la città di Venezia (che riceve oltre 30 milioni di turisti l’anno), al fine di tutelare il fragile equilibro della città lagunare, è accessibile ad un numero contenuto di visitatori al giorno (40.000).

Un’altra misura volta ad evitare la crescita esponenziale dei turisti, consiste nell’istituzione di regolamenti immobiliari che garantiscano la supervisione sulle costruzioni alberghiere (sia i nuovi edifici che quelli esistenti), o stabilire norme che vietino la costruzione di alberghi in determinate città e luoghi. Ad esempio, a Barcellona, una legge sulla quantità di letti disponibili (attualmente stimata in circa 175.000) nota come “Piano di alloggi turistici speciali” regola la concessione di permessi sia a livello di hotel che di appartamenti. Anche Venezia, dal 2017, ha vietato la creazione di nuovi hotel nel centro della città. 

Inoltre, nel 2018, le Filippine chiudono per sei mesi l’isola di Boracay, il quale ecosistema rischiava di essere danneggiato per sempre a causa dell’enorme affluenza incontrollata.

La cultura di massa è inoltre un fattore determinante nell’incremento delle statistiche. Esemplare a tal proposito è il caso dell’arcipelago delle isole Phi Phi (a sud della Thailandia), sconosciute sino al 2000, quando a seguito del film “The Beach” (con Leonardo Di Caprio) la baia “Maya” è stata (ed è tutt’oggi) invasa dai turisti.

A fronte di ciò, l’organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) ha dedicato un intero Rapporto al fenomeno dell’overtourism, suggerendo ai governi locali alcuni piccoli accorgimenti. Tra questi:

– incentivare la dispersione dei turisti sia all’interno delle città che altrove nel territorio, suggerendo la visita di mete meno note e di aree meno turistiche;

– promuovere il turismo in periodi diversi (fuori stagione) e in fasce orarie diverse dalle più gettonate.

– creare nuovi itinerari e attrazioni diverse dalle più frequentate;

– rivedere e migliorare i regolamenti concernenti la viabilità (ad esempio, chiudere al traffico alcune aree più fragili o troppo frequentate);

– garantire i benefici del turismo alle comunità locali, ad esempio aumentando il numero di abitanti impiegati nel turismo, e coinvolgendo i residenti nella creazione di esperienze turistiche;

– sviluppare e promuovere esperienze della città o del territorio che beneficino sia i turisti che i residenti;

– educare i viaggiatori e comunicare loro come essere più responsabili e rispettosi del luogo;

– monitorare e misurare i cambiamenti.

L’aumento del turismo di massa degli ultimi hanno ha ispirato celebri artisti. A tal proposito, il 22 maggio 2019, durante la Biennale di Venezia, l’artista di strada britannico Banksy ha allestito uno stand di pittura ad olio in Piazza San Marco raffigurante un enorme transatlantico pieno di turisti che oscura i monumenti più famosi di Venezia.

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