Dal 26 agosto al 3 settembre ho avuto l’onore di poter partecipare alla Scuola di Formazione “Percorsi Assisi”, un’esperienza educativa che quest’anno si è articolata sul tema de “La grammatica delle crisi”.
50 ragazzi under 35 provenienti da background diversificati si sono interrogati su temi attuali e profondamente drammatici, quali conflitti, alimentazione e migrazioni.
Assisi accoglie con un inno di pace, invita ad evadere dalla realtà e a ritrovarsi nel silenzio perché a volte siamo così presi da ciò che dobbiamo fare che ci dimentichiamo quasi di respirare, ci dimentichiamo di fermarci e guardare il sole, ci preoccupiamo solo di pensare a ciò che è imminente, ma siamo troppo occupati per rivolgere il viso all’orizzonte.
Questa città invece vi insegnerà a godere delle piccole cose, dei raggi del sole che sfiorano il viso la mattina, delle mongolfiere che elevandosi nel verde umbro danno il buongiorno, delle stelle che illuminano la notte e fanno compagnia nella terrazza mozzafiato del convento.
Solo noi e quella luna blu che risplende nel freddo splendore di una notte stellata.
Momenti di altissimo valore sono quelli che vi porterete a casa, un bagaglio di conoscenze inimmaginabile in quanto vengono concentrati in pochi giorni tanti aspetti afferenti a campi diversi.
Le lectio magistralis che abbiamo seguito durante la settimana hanno visto protagonisti grandi personalità; ad aprire le danze lo chef Massimo Bottura, una delle figure culinarie più innovative del mondo e Paolo Cuccia, presidente della Gambero Rosso S.p.a che ci hanno insegnato a non dimenticare mai da dove veniamo e hanno sottolineato come la chiave per il successo sia la qualità delle idee.
A rappresentare il nostro ateneo è stato invitato il professor Sebastiano Maffettone, che si è concentrato sul tema della guerra giusta e ancora tra gli illustri ospiti configuravano la professoressa Elisa Delvecchio, dell’università di Perugia, che ci ha spronato a maturare delle lenti per interpretare le grandi sfide di questo mondo, e il rettore dell’università di Macerata, il professor John Mc Court, che si è concentrato sull’approccio della letteratura verso i conflitti e ha dibattuto con noi sul valore della poesia in guerra. Il tema delle migrazioni è stato invece affrontato dal sociologo Maurizio Ambrosini con il suo intervento “L’accoglienza comincia dallo sguardo”, di cui ho ammirato la profonda onestà intellettuale e la prospettiva innovativa da cui ha deciso di analizzare il problema. Ad accompagnare le sue riflessioni, abbiamo avuto l’onore di ascoltare il Presidente della Caritas Carlo Redaelli e il Presidente dell’Associazione Banco Alimentare di Roma, il professor Antonio Daood.
Anche l’ex ministro Enrico Giovannini è stato presente a Percorsi Assisi, portandoci riscontri numerici che evidenziavano chiaramente come il nostro modello socioeconomico sia ormai insostenibile.
La presenza di fra Michael Lasky è stata poi fondamentale per farci riflettere sul problema della polarizzazione, tipico di una società sempre più digitalizzata, mentre il professor Francesco Caracciolo dell’università Federico II ha sviluppato un’interessante lezione sul rapporto tra sistemi alimentari e fenomeni migratori. A chiudere questa edizione la professoressa Raffaella Cagliano del Politecnico di Milano che ha trattato dell’innovazione nella filiera industriale e il professor Alessandro Bertero dell’università di Torino e il professor Felice Adinolfi dell’università di Bologna, che hanno svolto una conferenza sulla fame nel mondo e la sfida delle nuove tecnologie.
Dopo ogni intervento largo spazio è stato dato alle domande di noi studenti, che abbiamo così avuto la possibilità di confrontarci faccia a faccia con problemi importanti e abbiamo avuto risposta ai nostri interrogativi. Abbiamo imparato l’uno dall’altro, ci siamo lasciati a vicenda un qualcosa di speciale, ognuno ha fatto la differenza. Per riprendere una citazione fatta da un mio collega “se sei la persona più intelligente in una stanza, allora sei nella stanza sbagliata” e io mi sono sempre sentita nella stanza giusta, imparando a meravigliarmi e stupirmi quotidianamente.
Riflessioni di altissimo livello quelle dei miei colleghi, interventi che denotavano non solo grande conoscenza, ma anche curiosità ed interesse. Il mio invito per loro e per voi è proprio quello di osare, di avere l’audacia della curiosità, di non temere, ma desiderare di conoscere il mondo.
Accanto alle lezioni, abbiamo dovuto realizzare un progetto che avesse un impatto sociale, partendo da due esperienze concrete. La particolarità è stata proprio quella di avere davanti due casi, da cui poi poter sviluppare un output innovativo che potesse veramente fare la differenza.
Troppo spesso si ragiona in astratto, mentre qui ho avuto la possibilità di cimentarmi in un caso e di poter collaborare con i miei colleghi per poter dar vita a soluzioni reali e tangibili.
Uno dei momenti più alti di Percorsi Assisi è stato sicuramente la visita a Rondine, cittadella della Pace, dove ciò che è stato più volte sottolineato durante l’incontro è l’importanza della relazione.
La vera sfida a Rondine è accettare il conflitto per costruire una relazione duratura, accogliendo il punto di vista dell’altro con empatia.
Un altro momento di crescita è stata la cena in cui abbiamo ospitato gli amici della Caritas, una cena che mi ha profondamente commosso e arricchito nello spirito, una cena in cui al centro è stata messa la persona, protagoniste le storie di tutti i presenti, che con dignità ci hanno raccontato il loro vissuto.
Noi non abbiamo fatto altro che ascoltare in modo attivo ed empatico, tentando di comprendere ma soprattutto di imparare dall’umiltà di queste persone. Questa è anche la filosofia di San Francesco, che con semplicità ci ha accompagnato nel nostro cammino tramite le miglior guide che potessimo desiderare: fra Emanuele e fra Simone, due punti di riferimento fissi.
Non posso che ringraziare tutte le persone che ho conosciuto, sono state loro a rendere Percorsi Assisi una delle esperienze più magiche che io abbia mai vissuto.
Se siete arrivati a leggere fin qua, vuol dire che almeno un po’ vi ho incuriosito, quindi non vi resta che iscrivervi alla prossima edizione. Il mio augurio è quello che possiate vivere le stesse emozioni che ho provato io e che potrete imparare a maturare insieme.