La difesa delle donne in Italia: l’utilizzo dei mezzi di difesa nel nostro ordinamento e l’importanza dell’educazione sociale.

In Italia, la difesa delle donne è un tema estremamente attuale, di grande importanza sociale e legale. Oggi, sempre più spesso, le donne si trovano vittime di aggressioni fisiche, molestie sessuali e stalking. Numerose sono le testimonianze, da quelle pubblicate sui quotidiani più famosi, a quelle condivise tramite i, sempre più attuali, Social Network.
Questa realtà ha spinto la società e le istituzioni a riflettere su come garantire una maggiore protezione alle donne, che sempre più spinte dal timore e da una società che purtroppo non riesce a garantire una maggiore tutela, hanno iniziato ad utilizzare specifici mezzi di difesa non letali per proteggersi in modo più efficace, come spray al peperoncino o dispositivi elettronici di autodifesa.
I prodotti a base di peperoncino, precedentemente illegali, sono stati legalizzati in Italia, con il Decreto Ministeriale n. 103 del 12 Maggio 2011 per le forze dell’ordine e per chiunque abbia più di sedici anni. Il testo chiarisce che l’utilizzo è giustificato solo dalla necessità di difendersi da aggressioni o minacce all’incolumità personale, vale la regola dell’Extrema Ratio: può essere adoperato solo quando sono falliti tutti gli altri tentativi di sottrarsi all’aggressione.
Nonostante l’evoluzione della legislazione, si manifestano ancora voci critiche, dubbi ed incertezze: c’è chi sostiene che l’ammissione di tali mezzi di difesa potrebbe aumentare il rischio di escalation della violenza, altri temono che le donne possano essere soggette a sanzioni legali se utilizzano tali mezzi in modo improprio.
Cerchiamo di fare chiarezza: lo spray al peperoncino viene venduto per “uso difensivo”, cosa si intende con tale espressione?
Alla base della legittima difesa, come causa di giustificazione, vi è il principio del bilanciamento di interessi, che fa prevalere l’esigenza di proteggere l’interesse di chi viene aggredito, rispetto a quello dell’aggressore.
Secondo l’Art 52 c.p., è necessario valutare il rapporto tra mezzi difensivi e mezzi offensivi: il pericolo deve essere attuale, l’offesa deve essere ingiusta e la difesa “proporzionata all’offesa”. La proporzionalità sussiste ogniqualvolta il male provocato dall’aggredito, nei confronti dell’aggressore, risulta essere inferiore, uguale o superiore a quello subito. Sostanzialmente, in un caso pratico, il comportamento che la legge richiede affinché non si incorra in sanzioni penali dovute all’uso non corretto di uno strumento di difesa, si configura nello spruzzare lo spray verso gli occhi del malintenzionato, divincolarsi e fuggire.
Viene consentito alla vittima di difendersi, ma al contempo le si chiede di non realizzare un evento più grave di quello che bastava produrre per liberarsi. È altrettanto necessario, nel caso di accusa, dimostrare in sede giudiziale, con apposite prove, la situazione di pericolo. Questa è la legge, adesso, c’è da domandarsi come sia possibile per una persona effettuare tutte queste valutazioni durante un periodo di aggressione che può durare qualche secondo. Si pone anche la questione di legalità del suddetto spray: per risultare legale deve rispettare una serie di caratteristiche elencate nel d.m. 103 del 2011, quali: il non superamento dei 20 ml di liquido della bomboletta; il non superamento dei 3 metri del getto; la miscela nebulizzante deve essere, esclusivamente, a base di una precisa sostanza urticante, ricavata dalla pianta Cayenna (pianta di peperoncino); la bomboletta deve essere sigillata al momento della vendita; l’etichetta deve contenere l’indicazione degli effetti del prodotto e segnalare che la vendita è consentita esclusivamente a persone maggiori di 16 anni.
Tali indicazioni sono fondamentali, in quanto qualora lo spray al peperoncino non fosse a norma e provocasse danni all’aggressore, la vittima potrebbe essere accusata di “getto pericoloso di cose” ex art. 674 c.p, o di “lesioni personali” ex art. 582 c.p.
Oltre alla questione dell’ammissibilità dei mezzi di difesa, è fondamentale soffermarsi sull’aspetto sociale della vicenda e sottolineare fortemente quanto, sempre più, sia fondamentale investire nell’educazione, nella sensibilizzazione e nella prevenzione della violenza di genere.
L’educazione svolge un ruolo fondamentale nel plasmare il modo con cui gli individui interagiscono e si relazionano con gli altri, in particolare, questa, deve promuovere la parità di genere e diffondere la cultura del rispetto reciproco, consacrando l’importanza del consenso e della comunicazione, principi alla base di una società in cui le donne si possano sentire sicure e rispettate.

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