La rivoluzione del fintech e le sfide nella gestione dei dati 

Negli ultimi decenni, il settore finanziario ha subito una trasformazione senza precedenti dovuta allo svilupparsi del Fintech, una fusione tra “finanza” e “tecnologia”. Questo fenomeno ha cambiato radicalmente il modo in cui gestiamo, investiamo e interagiamo con il denaro, superando i confini tradizionali delle istituzioni finanziarie e aprendo la strada a una vasta gamma di servizi innovativi e maggiormente accessibili.

Ma cos’è precisamente il Fintech? Non è altro che l’applicazione di sistemi digitali e tecnologie innovative a servizi e processi finanziari. Queste tecnologie sono progettate per rendere le transazioni più efficienti, convenienti e comode per i privati e le imprese. È il caso dell’online banking, dei pagamenti mobili, prestiti peer-to-peer, pagamenti in criptovalute, ecc. 

Il pilastro fondamentale su cui si basano queste nuove tecnologie finanziarie è l’accesso ad una massiccia quantità di dati di consumatori che, di conseguenza, porta all’applicazione di servizi finanziari maggiormente personalizzati, alla diminuzione dei costi e, soprattutto, alla riduzione del potere delle grandi banche. 

Tuttavia, il cambiamento porta con sé sfide importanti. La rapida evoluzione del fintech solleva questioni di sicurezza, privacy e regolamentazione.

I maggiori rischi riguardano, in particolar modo, la limitata trasparenza, l’alterazione della percezione del rischio finanziario e soprattutto la diminuzione della privacy, dovuta alla così considerevole mole di dati sensibili disponibile e condivisibile tra banche e gestori di servizi. Come proteggere i consumatori e la loro privacy, evitare frodi, attacchi informatici e possibili abusi di potere?

Diverse politiche normative sono state adottate per limitare alle banche e, in alcuni casi, anche impedire, la condivisione dei dati. 

La prima tra queste è la “Payment Services Directive 2”. Abbreviata come PSD2, è una direttiva emanata dall’Unione Europea che prevede l’implementazione dell’autenticazione a due fattori (2FA), l’accesso dei sistemi fintech ai conti bancari solo previa  autorizzazione da parte dei correntisti, l’eliminazione delle tariffe nascoste nelle transazioni con parte di pagamento, e rigorose regole sulla protezione dei dati personali e delle informazioni finanziarie dei clienti, garantendo che quelle più sensibili siano sempre trattate in modo conforme alle leggi sulla privacy preesistenti. 

I rischi associati al fintech prevedono una gestione costante e sempre avanzata; tuttavia, la rapida evoluzione di questo settore può facilmente portare a rischi imprevisti, ed in tema di sistemi digitali e condivisione di dati è molto facile che si possa perdere il controllo della situazione. 

Le leggi e le normative, d’altro canto, devono essere sempre bilanciate per evitare di porre un freno all’innovazione e al miglioramento dell’efficienza. 

Inoltre, è doveroso considerare anche l’aspetto sociale. Gli sforzi in ricerca e sviluppo devono essere orientati a garantire che il fintech sia inclusivo e riduca la divaricazione finanziaria, invece che ampliarla. Non sempre i consumatori sono consapevoli delle misure di protezione disponibili ed hanno una sufficiente istruzione finanziaria per adottare scelte corrette. In aggiunta, in un panorama digitale e altamente tecnologico, questa incertezza aumenta. 

I dubbi sembrano troppi e molto spesso ci si chiede se la collaborazione tra governi, aziende ed individui sia sufficiente per superare queste sfide. Tuttavia, il fintech ha davvero il potenziale di migliorare notevolmente il settore finanziario e, soprattutto, consente alla finanza di divenire maggiormente vicina, intuibile e alla portata di tutti. Superare i suoi rischi richiede un costante impegno ed una visione a lungo termine, ma il beneficio più rilevante è un sistema finanziario più sicuro, efficiente ed inclusivo per tutti. 

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